Gli ex missini di Fratelli d’Italia, che ancora espongono la fiamma missina nel simbolo, anche quest’anno hanno accuratamente evitato di pronunciare la parola “fascista” come se ls strage di Bologna fosse stata opera dei marziani e non dei nostalgici di Mussolini foraggiati dalla loggia P2.
Anche con le formulette ambigue della ‘piena luce’ vogliono tenere aperte le piste alternative che sono state smentite da tutte le indagini.
«Ancora oggi a distanza di 44 anni dal vile attentato terroristico alla stazione di Bologna occorre ricordare le vittime e manifestare vicinanza alle loro famiglie ma soprattutto, da parte delle istituzioni, è un dovere impegnarsi per fare emergere la verità su alcuni lati della vicenda rimasti oscuri. Il governo Meloni dal momento del suo insediamento ha garantito il suo impegno in questa direzione rendendo possibile la desecretazione di documenti prima inaccessibili, accorciando così il percorso che porterà a fare piena luce sull’attentato. Questo è il modo più concreto per onorare la memoria delle 85 vittime di una delle stragi più efferate della storia della nostra Repubblica».
Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati.
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