«Non appare convincente una riforma» dei requisiti per l’acquisto della cittadinanza italiana «basata sullo ius soli come proposto dai partiti di sinistra. Una riforma del genere produrrebbe l’effetto di attribuire la cittadinanza a chi, anche occasionalmente, nasce su suolo italiano, senza alcuna considerazione per i necessari processi di integrazione. Il sistema complessivo ne uscirebbe completamente squilibrato. Ci ritroveremmo, infatti, a cumulare i due diversi modi di acquisto della cittadinanza (ius sanguinis e ius soli), mentre di solito gli ordinamenti giuridici – per mantenere il giusto equilibrio – privilegiano l’uno o l’altro, salvo gli opportuni contemperamenti. È per queste ragioni che il Movimento 5 Stelle da tempo si batte per l’introduzione di una riforma basata su un diverso criterio: lo ius scholae, che condiziona l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per quei bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni d’età».
Lo scrive il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un intervento sul `Corriere della Sera´.
«Sin dalla scorsa legislatura -ricorda l’ex premier- abbiamo presentato una proposta di riforma della cittadinanza ispirata a questa soluzione, che abbiamo ripresentato in questa legislatura. Il dibattito di questi giorni segnala aperture verso una simile soluzione anche da parte di Forza Italia, di Azione e di varie forze sociali e sindacali. La soluzione dello ius soli —voluta dal Pd e da altri partiti di sinistra— non gode del necessario consenso parlamentare, ma sarebbe irragionevole per questi partiti rifiutare la soluzione meno radicale, ma più equilibrata dello ius scholae».
«Insomma, ci sono i numeri per finalizzare questa proposta di legge in Parlamento e riconoscere i diritti di tanti bambini e ragazzi che sono nati o comunque sono cresciuti in Italia, che studiano e giocano con i nostri figli e si sentono di fatto `italiani´. In materia di diritti -conclude Conte- non ha alcun senso fermarsi alla contrapposizione ideologica o invocare schieramenti secondo la logica binaria maggioranza/opposizione. Con il Movimento 5 Stelle, alla ripresa dei lavori parlamentari, proveremo a spingere perché si compia questo passo avanti, questo grande gesto di civiltà, sperando che del dibattito di questi giorni non rimanga solo l’eco di un flatus vocis dovuto alla calura estiva».
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