“In Italia, le spiagge libere sono una risorsa preziosa e rappresentano un diritto fondamentale per tutti i cittadini. Tuttavia, il governo Meloni vuole svendere questa ricchezza naturale, mettendo in pericolo uno dei beni comuni più preziosi del nostro Paese. Attualmente, il governo sta trattando per mantenere solo il 15% delle spiagge libere, una percentuale ridicola e inaccettabile, soprattutto se confrontata con la Francia, dove la legge prevede che l’80% delle spiagge sia accessibile liberamente a tutti.”
Cosí in una nota il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, che spiega:
“Questo attacco alle nostre coste è un tentativo evidente di privatizzazione e cementificazione, che trasforma le nostre spiagge in merce di scambio. La gestione delle concessioni demaniali marittime è l’emblema di questa svendita: i canoni richiesti per la concessione delle nostre spiagge sono fissati a prezzi scandalosamente bassi, tra 1,30 e 1,50 € per metro quadrato all’anno. Un esempio lampante è il caso del Twiga, uno stabilimento balneare che paga solo 20 mila euro all’anno, ma che fattura ben 10 milioni di euro. Questa situazione è inaccettabile. Con il pretesto di valorizzare il nostro turismo, il governo sta svendendo le ultime spiagge libere rimaste nel nostro Paese a prezzi di saldo, permettendo a pochi privilegiati di arricchirsi a discapito della collettività. È un tradimento dei nostri diritti e un colpo mortale alla nostra identità culturale e naturale.”
“Le spiagge devono rimanere accessibili a tutti e non possono essere svendute per il profitto di pochi.” Conclude