Renzi corteggia ancora il Pd: "In Liguria siamo pronti ad abbandonare Bucci se la linea la detta Elly Schlein"
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Renzi corteggia ancora il Pd: "In Liguria siamo pronti ad abbandonare Bucci se la linea la detta Elly Schlein"

Matteo Renzi a La Stampa: «Ho fatto un fioretto: non voglio parlar male di Conte. Dobbiamo creare un'alternativa a Meloni. Per farlo, Schlein ha proposto di smetterla coi veti. Chi mette veti attacca Schlein, non Renzi».

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Renzi e Schlein
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2 Settembre 2024 - 09.43


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Matteo Renzi, intervistato da La Stampa, è tornato sulla possibile nuova alleanza con il Pd, concentrandosi sulla situazione in Liguria. «Se per creare l’alternativa al governo Meloni serve uscire dalla maggioranza di Genova, parliamone. Ma è davvero questo il punto o è un alibi per rompere?». 

 «Ho fatto un fioretto: non voglio parlar male di Conte. Dobbiamo creare un’alternativa a Meloni. Per farlo, Schlein ha proposto di smetterla coi veti. Chi mette veti attacca Schlein, non Renzi».

«Il bipolarismo ha vinto. Il nostro tentativo di superarlo non ha funzionato. Il centro non ha oggi prospettiva di vita autonoma ma è decisivo per le coalizioni».

Su Genova «spazziamo via le ambiguità: non intendiamo tenere i piedi in scarpe diverse e dunque siamo pronti a separare la nostra strada da quella del pur bravo Bucci. Siamo pronti a essere presenti in una lista riformista senza simboli di partito. E a sostenere la candidatura di Andrea Orlando, con cui ho posizioni diverse ma che ho comunque nominato ministro».

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«Se la linea la dà Schlein, noi ci siamo. Se la linea la dà Conte, allora stiamo fuori. Ma la posta in gioco oggi non è su Italia Viva quanto sulla leadership della coalizione».

Sull’Ucraina «non puoi dire: ti do le armi, ma non le usi. È ipocrita dire le armi sì ma solo in Ucraina, come dice Tajani». 

«In Israele c’è un capo del governo democraticamente eletto che persegue politiche duramente contestate anche all’interno. Dall’altra parte c’è un gruppo terroristico di macellai estremisti. Non sono sullo stesso piano. Io penso che la soluzione non possa che essere quella di due popoli e due stati e che per arrivarci sia indispensabile il ruolo dei Paesi dell’area: Arabia Saudita, Qatar, Emirati e Egitto. Soprattutto l’Arabia. Chi conosce la politica estera sa che il ruolo dei sauditi è sempre più importante». 

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