“Non dovreste chiedere le mie dimissioni, dovreste applaudirmi´, dice oggi Sangiuliano. Una dichiarazione che serve solo a testimoniare ancora una volta che l’inadeguatezza del ministro è pari solo alla sua arroganza”. Così Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico.
“Giorgia Meloni ieri incomprensibilmente ha scelto di coprire Sangiuliano, confermandogli fiducia e incarico. Ma Sangiuliano – continua il deputato dem – di fatto non è più ministro. Nessuno lo prenderà più sul serio, nessuno potrà considerarlo un interlocutore credibile. E’ completamente delegittimato nei fatti. Il Ministero è da settimane in autogestione, sottosegretari e maggioranza fanno finta di niente e fischiettano allegramente sul red carpet di Venezia (sotto sotto felici perché speranzosi di sostituire a breve Sangiuliano)”.
“Intanto – prosegue Orfini – i disastri prodotti in questi mesi stanno accumulando macerie: il codice dello spettacolo che doveva essere emanato ad agosto è stato rinviato di un anno; cinema e audiovisivo sono in ginocchio per il blocco di mesi del tax credit e per il nuovo irricevibile testo; è in atto il tentativo di espropriare la gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche ai comuni; editoria e librerie sono abbandonate a sé stesse; le nuove misure di welfare che avevamo previsto sono state smontate e definanziate; l’ennesima riforma del Ministero è funzionale solo all’occupazione del potere. Mentre il ministro e la influencer inscenavano questo B-movie, a pagare un prezzo salatissimo è stato il mondo della cultura italiana, che oggi è offeso, aggredito, ferito, umiliato da chi dovrebbe difenderlo e rappresentarlo. C’è solo una cosa che la Presidente del Consiglio dovrebbe dire se fosse onesta intellettualmente, una sola semplice parola: basta”.