Nuovo strappo nel campo largo. Dopo le divisioni sulla Rai, è la Liguria a far litigare i `quasi´ alleati. Le liste sono solo da limare, gli apparentamenti pronti, il programma firmato. Italia viva, però, intorno a ora di pranzo annuncia che non parteciperà alle prossime regionali.
«Nelle ultime ore, su pressione dei Cinque Stelle, ci è stato chiesto di eliminare l’apparentamento o cancellare dalla lista i nomi di alcuni nostri rappresentanti. E per noi non è politicamente serio – tuona la coordinatrice nazionale Raffaella Paita – Siamo disponibili a fare gli accordi con il centrosinistra ma non a tutti i costi. E questo deve essere chiaro per l’oggi e per il domani. Noi siamo favorevoli alla costruzione di una coalizione di centrosinistra anche facendo un generoso sforzo di mediazione ma per noi – a differenza di altri, come abbiamo visto anche in queste ore a livello nazionale – prima delle poltrone viene la dignità. Possiamo rinunciare alle poltrone ma non rinunceremo mai alla dignità». Il riferimento alla scelta pentastellata di votare i componenti del cda Rai è esplicito. Dal quartier generale di Iv – che a questo punto lascerà agli elettori libertà di voto tra Orlando e lo sfidante di centrodestra Marco Bucci – partono accuse pesanti: «Noi abbiamo rispettato i patti: non siamo più nella maggioranza Bucci e stavamo partecipando alle elezioni senza il nostro simbolo ma nella lista `Riformisti uniti´. Poi stamattina ci hanno chiamato dal Pd nazionale e hanno fatto delle `liste di proscrizione´, chiedendoci di eliminare alcuni nostri candidati, tra sindaci e coordinatori territoriali. Questo francamente è troppo», l’accusa.
Nel quartier generale pentastellato di via Campo Marzio nessuno «si scompone» nel leggere le dichiarazioni di Italia Viva. Per i vertici M5S si è solamente trattato di «prestare fede all’accordo di non avere nella coalizione simbolo ed esponenti di chi, fino a ieri, era in giunta con il candidato del centrodestra Marco Bucci». Una «condizione» su cui il M5S aveva presentato alla propria comunità «il programma per offrire alla Liguria il superamento del sistema affaristico della giunta Toti». Questa posizione, insistono fonti del Movimento, è stata «ribadita» nelle ultime quarantott’ore quando hanno trovato conferma le voci di un possibile ingresso di renziani in una lista «sotto le insegne riformistiche» a sostegno di Orlando.
Il candidato presidente, intanto, alle prese con la campagna elettorale sul territorio chiede unità. «Una delle parole d’ordine che più spesso mi sento ripetere quando giro, quando incontro le persone nelle piazze, negli appuntamenti elettorali è: unità. Questo è l’appello che arriva dal basso, lo voglio girare al campo largo, ai suoi dirigenti che in questo momento hanno momenti di tensione, di frizione e lo voglio rafforzare non solo perché, lo voglio dire con molta chiarezza, andiamo incontro a una tornata importante dal punto di vista amministrativo in Liguria, poi in Umbria e in Emilia-Romagna», dice chiaro Orlando.
Chi è a contatto con l’ex ministro dem – pur non volendosi arrendere, «non tutto è perduto, stiamo cercando di riavvicinare le parti e c’è tempo fino a domani a mezzogiorno», la linea – individua nelle fibrillazioni di questi giorni la scintilla che ha fatto saltare un quadro «che non era stato affatto semplice comporre». Anche chi gestisce il dossier alleanze a livello nazionale è dello stesso avviso: «Era la regione nella quale sapevamo ci fossero i maggiori elementi di difficoltà, era complicato gestire e mettere insieme tutti. Abbiamo creduto ci fosse la possibilità fino a un certo punto e ora in parte è venuta meno. Quando ci sono delle tensioni non aiutano mai, ma era la situazione più complicata. Non è un dramma. Certo, fa più rumore che se fosse accaduto un mese fa ma non cambia il quadro generale. In Liguria si può vincere comunque, lo dicono i sondaggi», l’azzardo. «Il campo largo ormai è archeologia politica. La coalizione di sinistra a sostegno di Andrea Orlando si è frammentato come un bicchiere di cristallo lanciato a terra durante una festa di capodanno – ironizza invece Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria – La colla non tiene, il gommone sta affondando».
Lo stato di salute del campo largo, in ogni caso, non promette nulla di buono. Anche perché, ci sono tre importanti sfide regionali, è vero. Non solo, però. Anche in Parlamento, con l’apertura della sessione di bilancio, saranno diverse le battaglie da combattere insieme. Difendere sanità, scuola pubblica, lavoro, salari: si era detto. Carlo Calenda propone agli altri leader anche un’iniziativa comune in difesa dell’automotive. «Grazie a Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli per la pronta risposta – cinguetta in serata – Sono certo che anche il Pd risponderà quanto prima».
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