Islamofobia strisciante del governo Meloni: si dimettono i membri del Consiglio per le Relazioni del Viminale
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Islamofobia strisciante del governo Meloni: si dimettono i membri del Consiglio per le Relazioni del Viminale

I membri del Consiglio per le Relazioni con l’Islam, dopo oltre un decennio di servizio e importanti traguardi raggiunti, hanno annunciato oggi le proprie dimissioni, criticando la strategia adottata dal Ministero dell’Interno.

Islamofobia strisciante del governo Meloni: si dimettono i membri del Consiglio per le Relazioni del Viminale
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16 Ottobre 2024 - 19.24


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I membri del Consiglio per le Relazioni con l’Islam, dopo oltre un decennio di servizio e importanti traguardi raggiunti, hanno annunciato oggi le proprie dimissioni, criticando la strategia adottata dal Ministero dell’Interno.

In una lettera indirizzata al Ministro Matteo Piantedosi, il coordinatore Paolo Naso e gli altri componenti del Consiglio hanno segnalato la sospensione di tutte le iniziative avviate e pianificate, oltre al mancato riconoscimento legale di diversi enti islamici. Di fatto, il Ministero ha fermato ogni attività, bloccando così il percorso di integrazione dell’Islam in Italia, rendendolo impossibile da equiparare alle altre confessioni religiose.

La reazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), il pastore Daniele Garrone, ha commentato: “Come FCEI siamo profondamente delusi per l’epilogo che sembra prospettarsi per questo importante strumento di dialogo. Queste dimissioni collettive sono un duro colpo al dialogo; perdere il Consiglio per le relazioni con l’Islam significa erodere un significativo spazio di democrazia. Il pluralismo religioso e il pluralismo multiculturale sono realtà italiane e globali. Il nostro presente e il nostro futuro sono sempre più caratterizzati da confini liquidi, sia per quanto riguarda le migrazioni, sia per l’economia, sia per le crisi in atto” ha proseguito Garrone, manifestando solidarietà ai fratelli e sorelle di fede musulmana e di tutte le fedi. E ha concluso invitando a “essere propositivi affinché la politica riprenda il suo ruolo di garante per movimenti, associazioni e per la cittadinanza. La libertà religiosa è un diritto fondamentale che non può essere trascurato o eroso”.

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Le dimissioni dei membri del Consiglio per le relazioni con l’Islam arrivano dopo anni di lavoro intenso e dialogo fruttuoso, culminato nel 2017 con la sottoscrizione del “Patto per un Islam italiano”, espressione di una comunità integrata e aderente ai valori dell’ordinamento statale. Nonostante l’impegno profuso e i numerosi progetti sviluppati, tra cui corsi di formazione per una leadership islamica competente e attenta a denunciare ogni forma di radicalizzazione e iniziative di dialogo interreligioso con il coinvolgimento di varie università italiane, il Consiglio è stato ormai reso inoperante.

“Sulla base di questi dati di fatto, con vivo rincrescimento, rassegniamo le nostre dimissioni da un organismo ormai pletorico, privato di ogni strumento operativo e con ogni evidenza giudicato non rilevante per la definizione di orientamenti e politiche nei confronti dell’islam italiano e, più in generale, delle varie comunità di fede – si legge nella lettera di dimissioni –. Per parte nostra si conclude così un servizio reso gratuitamente, con piena lealtà alle istituzioni e in coerenza con il nostro impegno accademico e civile per la libertà religiosa”.

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Il Consiglio è composto da una dozzina di accademici di diversa formazione: giuristi, sociologi, politologi, islamologi, alcuni dei quali avevano già fatto parte di precedenti tavoli di dialogo come quello aperto dal ministro Giuseppe Pisanu nel 2005.

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