La consigliera comunale rivela in aula: "Violentata in casa a 12 anni"
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La consigliera comunale rivela in aula: "Violentata in casa a 12 anni"

Francesca Ghio, consigliera comunale della lista Rossoverde a Genova, ha condiviso il suo dramma personale durante una seduta in aula rossa in Comune

La consigliera comunale rivela in aula: "Violentata in casa a 12 anni"
Francesca Ghio
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27 Novembre 2024 - 10.06


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Francesca Ghio, consigliera comunale della lista Rossoverde a Genova, ha condiviso il suo dramma personale durante una seduta in aula rossa in Comune, nell’ambito di un ordine del giorno sulla violenza contro le donne presentato da Arianna Viscogliosi del gruppo Misto. Ghio ha iniziato il suo intervento dicendo: “Avevo 12 anni, vivevo nel cuore della Genova bene, quando sono stata violentata fisicamente e psicologicamente tra le mura di casa mia”. Le sue parole hanno subito catturato l’attenzione dei presenti, alcuni dei quali inizialmente hanno pensato si trattasse di una storia riportata.

Successivamente, la consigliera ha precisato: “Importa che sia successo a me o qualcun altro? Comunque, sì, sono io quella bambina di 12 anni”. Ghio ha spiegato di non aver mai denunciato l’uomo che l’aveva aggredita, un dirigente genovese considerato da molti un “bravo ragazzo”, perché all’epoca non sapeva nemmeno cosa significasse sporgere denuncia. “Mi guardo indietro oggi e a distanza di decenni nulla è cambiato. Gli uomini continuano a violentare. Nel silenzio complice di una società che non dà gli strumenti, che non vuole fermarsi a capire”.

Durante il suo intervento, Ghio ha sottolineato il valore politico della sua testimonianza, chiudendo con una citazione dalla canzone Bandiera di Giulia Mei: “Io sono una voce, sono una bandiera, il mio corpo è politico”. Rispondendo alle domande, ha spiegato: “Qua dentro sono chiamata a rappresentare la città, le persone. Una donna su tre subisce violenza nella propria vita. Chi ha voce e il privilegio della visibilità, come in questo caso la mia posizione qua dentro permette, deve parlare per chi non può farlo”.

In un’intervista a la Repubblica, Ghio, 31 anni e madre di una bambina, ha dichiarato che il suo gesto rappresenta un tentativo di “chiudere un cerchio nella mia vita”, trasformando la sua storia personale in un “atto politico”. Ha inoltre precisato: “Non farò mai della mia storia l’ennesimo caso di pornografia del dolore: di quanto mi è successo e come racconterò solo nella mia ristretta cerchia di persone vicine”.

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