Un volgare personaggio che già dà segnali di riabilitazione della dittatura militare argentina mentre minimizza la tragedia dei desaparecidos.
«Non c’è dubbio, noi (Milei, Meloni, Trump, ndr) stiamo cambiando la visione del mondo. È terminata questa peste socialista woke: peggio di una peste, un cancro. Il socialismo, in ogni momento, è un fenomeno che impoverisce, alimentato dall’invidia, dall’odio, dal risentimento». Lo dice il presidente argentino, Javier Milei, durante un’intervista a `Quarta Repubblica´ che sarà trasmessa lunedì 16 dicembre.
«I nostri nemici sono le idee socialiste, è la sinistra. La Cina non è un nemico, ci sono delle particolarità e stanno lavorando sulla transizione da un sistema comunista ad un sistema più libero», aggiunge.
«Noi, in Europa, parliamo con Giorgia Meloni, a cui mi lega una grande amicizia. La cosa che più mi ha colpito di lei è il coraggio: è una donna veramente coraggiosa, dotata di grande flessibilità quando si tratta di portare avanti situazioni difficili. È ammirevole. Ho degli ottimi rapporti anche con Emmanuel Macron, ha aggiunto Milei.