Assalto a Elly Schlein: breve viaggio nella 'Babele' del Pd che più che un partito è una federazione di correnti
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Assalto a Elly Schlein: breve viaggio nella 'Babele' del Pd che più che un partito è una federazione di correnti

Il partito democratico è il primo.partito.che nasce come una federazione di correnti, lo potremmo considerare un partito in franchising dove chi possiede preferenze "affitta"il marchio e si candida alle elezioni.

Assalto a Elly Schlein: breve viaggio nella 'Babele' del Pd che più che un partito è una federazione di correnti
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14 Marzo 2025 - 22.04


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Il partito democratico è il primo partito che nasce come una federazione di correnti, lo potremmo considerare un partito in franchising dove chi possiede preferenze “affitta” il marchio e si candida alle elezioni. Pensate che dal 2007 ha cambiato nove segretari ed in quasi tutti i casi i cambi sono stati traumatici e nell’ultimo caso si è verificato il.paradosso di una segreteria eletta con i voti degli elettori delle primarie ma sconfitta nel voto degli iscritti che aveva invece fatto prevalere il suo sfidante Bonaccini.

In verità una delle.cause dei problemi sono il fatto che nessuno ha mai voluto mettere mano ad uno statuto figlio di una stagione tramontata e che non fa altro che alimentare il tiro al bersaglio contro il segretario /a di turno.

La.stessa Schlein viene eletta grazie al sostegno della corrente più organizzata quella di Franceschini, area dem,che da sempre si schiera a favore del vincitore anche se nella tornata congressuale precedente si era schierato con l’avversario: pensate a quando si schierò con Bersani alle primarie del 2013 contro Renzi per poi schierarsi con quest’ ultimo nel dicembre dello stesso anno dopo le dimissioni di Bersani, inoltre Franceschini faceva parte del governo Letta in quanto ministro per i Rapporti con il parlamento ma sostenne il neo segretario Pd a diventare presidente del consiglio e fu promosso a ministro dei beni culturali. Solo una volta Franceschini perse: quando si candidò contro Bersani ma subito dopo un corso con lui e diventa capogruppo alla camera in nome di una unità più di facciata che di altro.

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Franceschini ha poi sostenuto ancora una volta Renzi e Zingaretti mantenendo poi il dicastero del collegio romano anche per un rapporto importante con il Presidente Mattarella dal momento che uno dei suoi fedelissimi ha fatto da portavoce al  Presidente.

C’è poi la corrente degli ex renziani capeggiata da Guerini forte elettoralmente al.nord ma debole nel consenso tra gli iscritti, da sempre contro gli ex Ds, in nome di un riformismo non compreso da molti ma che vede Guerini come riferimento degli Usa tanto da chiedere la sua riconferma a ministro della difesa malgrado l’opposizione di Zingaretti che aveva chiesto una donna al suo posto nel governo Draghi e fu una delle cause dele susseguenti dimissioni.

Guerini con i voti dei renziani e della non ostilità della destra è ora presidente del Copasir .Questa area è quella che ha sostenuto Bonaccini, è quella che ha votato a favore del riarmo unilaterale dei singoli stati proposto dalla Von del Leyen malgrado la mediazione proposta dalla segretaria Schlein.

Di questa area faceva parte Fioroni che ci dicono sempre agitato nel cercare soluzioni che possano consentire a questa area di uscire dal partito e costruire un soggetto politico nuovo che al momento è solo nelle intenzioni dopo il naufragio del rapporto politico tra Renzi e Calenda. Quindi hanno tentato la carta Ruffini, durata l’arco di  un settimana quando si.sono accorti che puntare sull”ex direttore dell’agenzia delle entrate come leader del futuro non era proprio popolare.

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Poi c’è la.sinistra ex Ds, l’araba fenice con le varianti romane e romanesche, che si cercano di organizzare prima intorno a Cuperlo, noto solo per le sue citazioni letterarie, ora ad Orlando capace di perdere in Liguria dopo l’arresto e la caduta della giunta di centro destra presieduta da Toti, un caso più unico che raro nella storia della politica europea. Orlando aiutato da Bettini, politico che da sempre predica l’autonomia del partito romano dal nazionale, dalla serie stiamo con te segretario ma a Roma decidiamo noi, cerca di costruire una area che sta con la Schlein condizionandola in alcune scelte in cambio di posizioni di direzione politica. Ma non c’è che dire un grande futuro per loro…

Poi ci sono i sindaci come Gualtieri, che insieme al suo braccio destro e non solo Mancini sostengono Bonaccini, stanno con Bettini in maniera autonoma e poi dialogano con Energia popolare l’area di Guerini ma avendo sempre le mani libere di craxiana memoria, cercando solo di cautelarsi per il futuro respingendo gli attacchi al sindaco provenienti dai Zingarettiani delusi per non essere stati coinvolti nel governo della città dopo aver spadroneggiato per 15 anni tra regione e provincia con lo stesso modus operandi che ora attribuiscono al sindaco ma soprattutto a Mancini il quale deve guardarsi dal suo ex alleato Orfini. Una volta.tutti dalemiani, ora Orfini è alleato di Zingaretti e filo Schlein per andare contro Gualtieri e il suo braccio destro.

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Ci sono i luogotenenti della Schlein capeggiati da Ruotolo, Bonafoni, Furfaro provenienti da esperienze politiche più a sinistra del PD e che forse hanno in testa un soggetto politico più a sinistra dei Ds che renderebbe di fatto incompatibile la convivenza soprattutto con l’area di Guerini. E poi ci sono quelli che se ne andranno come De Luca ,governatore della Campania ,pronto a candidarsi da indipendente alla regione contro il suo partito condannando questo ultimo ad una sconfitta sicura .

Come vedete è una Babele e Ve ne abbiamo raccontato solo una parte tralasciando anche l’area cattolica di Del Rio che conta come i polacchi a Montecassino o altri gruppi della galassia romana del Pd, come.demos, utili solo a portare in parlamento o nelle alte istituzioni singoli candidati, quasi sempre gli stessi.

Ad oggi non crediamo che questo partito sia utile per costruire un alternativa alla destra.

Aquila della Notte

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