Zika: dall'India la speranza di un vaccino
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Zika: dall'India la speranza di un vaccino

Il virus si diffonde e preoccupa per le malformazioni che causa nei neonati. In Brasile quasi pronto il vaccino per la febbre dengue, simile al virus Zika

Zika: dall'India la speranza di un vaccino
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3 Febbraio 2016 - 15.59


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Il virus Zika si sta diffondendo nel continente americano e si registrano dei casi anche in Australia. Il virus non sembra preoccupare per i suoi sintomi, si parla di febbre e sfoghi cutanei, ma si sospetta che si la causa di migliaia di malformazioni nei neonati. Intanto si sa che il primo vaccino per questo virus è stato sviluppato in India. La società che lo ha messo a punto, Biotech International Limited, vorrebbe iniziare la sperimentazione sugli esseri umani e ha fatto richiesta in tal senso al governo indiano.

Il virus si trasmette attraverso le zanzare Aedes, come la febbre gialla e la febbre dengue; anche se si è registrato un caso di trasmissione per via sessuale negli Stati Uniti. In Brasile è scattato l’allarme perché si è verificato un allarmante aumento delle nascite di bimbi con una circonferenza del cranio ridotta e danni celebrali, una malformazione nota come microcefalia.

Secondo il direttore dell’Istituto Butantan Jorge Kalil la tecnologia sviluppata nella preparazione del vaccino brasiliano contro la dengue, che +è attualmente nella fase finale di sperimentazione umana, potrebbe essere adattata per creare un immunizzante contro il virus zika. Secondo il ricercatore, una delle possibilità sarebbe inserire nel vaccino della dengue un gene codificatore di una proteina chiave dello zika. Mentre l’altra idea sarebbe di creare uno zika attenuato, usando un metodo simile a quello impiegato nello sviluppo del vaccino contro la dengue. Il vaccino contro la dengue sarà somministrato complessivamente a 17 mila volontari in tutto il Brasile e dovrebbe essere distribuito alla popolazione fine del 2017.

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“Aspettiamo a giorni il via libera dal governatore Geraldo Alckmin per dare il via alla sperimentazione sui volontari, che saranno monitorati per cinque anni. Anche se contiamo di avere le risposte principali già entro un anno”, ha detto Kalil.

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