Il metabolismo delle scimmie è flessibile: si adatta per far fronte alle esigenze ambientali ma anche alla stagione degli amori. E’ la conclusione cui è giunto uno studio dell’Università di Cambridge sulle bertucce o scimmie di Barberia (Macaca sylvanus) secondo il quale questi primati riescono a sopravvivere cambiando la velocità delle reazioni chimiche nei loro corpi, e di conseguenza i livelli di energia disponibile, a seconda di vari fattori, in primis la temperatura e la disponibilità di cibo, ma non solo. I ricercatori affermano che nei macachi maschi l’attività metabolica abbia dei picchi anche durante la stagione degli amori, fornendo una “capacità aerobica” maggiore nel periodo in cui si accoppiano (anche con più femmine al giorno) e in cui devono combattere con i rivali, a volte fino alla morte, proprio per avere più chance di corteggiamento.
Inoltre l’habitat naturale di queste scimmie, tra i monti del Marocco e dell’Algeria, è particolarmente estremo con temperature che in inverno calano a 5 gradi sotto lo zero, mentre in estate raggiungono i 40 gradi con scarsità di cibo e acqua. Questa flessibilità interna per i ricercatori potrebbe essere alla base dei meccanismi fisiologici che ad esempio hanno permesso agli umani di adattarsi a climi estremi del pianeta, dal Sahara all’Artico.
Le bertucce, spiega l’autore principale dello studio, pubblicato sulla rivista Biology Letters, “aumentano e diminuiscono l’attività cellulare e il consumo di energia per rispondere alle sfide del clima, del sostentamento e della riproduzione. In un certo senso quello che accade a livello macro, di comportamento, si riflette anche a livello micro, sul piano cellulare”. “Capire i meccanismi che regolano le decisioni chiave come l’allocazione dell’energia nei primati esistenti è importante per avere un’idea di come i nostri antenati siano riusciti a prosperare al di fuori dell’Africa tropicale”.