Signs Amazzonia: nel terreno figure geometriche tracciate secoli fa
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Signs Amazzonia: nel terreno figure geometriche tracciate secoli fa

Sono almeno 450 come i geoglifi del deserto di Nazca in Perù.

Una delle grandi figure geometriche disegnate migliaia di anni fa sul terreno in Amazzonia
Una delle grandi figure geometriche disegnate migliaia di anni fa sul terreno in Amazzonia
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8 Febbraio 2017 - 22.31


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Sono almeno 450 le grandi figure geometriche disegnate nel cuore dell’Amazzonia: per tracciare questi disegni, che fanno pensare alle più famose Linee di Nazca, è stato necessario disboscare parti della foresta. A scoprire che secoli fa era stato praticato un disboscamento su vasta scala è stato il lavoro guidato da Jennifer Watling, dell’università brasiliana di San Paolo, pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas).
Scoperti per la prima volta negli anni ’70 e studiati con maggior attenzione solo qualche decennio dopo, i geoglifi di Acre, una regione brasiliana al confine con il Perù, sono dei grandi disegni nel terreno fatti con bassi muretti di pietre. Sono generalmente figure geometriche semplici, perlopiù di forma quadrata o circolare, che raggiungono anche 300 metri di diametro e distribuite in’area di 13.000 chilometri quadrati.
Ancora incerta l’epoca alla quale risalgono queste strutture e le stime attuali variano fra 3.000 e 1.000 anni fa. Raccogliendo campioni di terreno nei pressi delle figure, i ricercatori sono riusciti a ricostruire la storia della vegetazione presente nell’area negli ultimi 6.000 anni.

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I risultati indicano che tra 2.300 e 1.400 anni fa gli abitanti della regione modificarono in modo profondo l’ecosistema locale, con ripetuti incendi per ripulire le aree dove si trovano le figure. E’ emerso inoltre che quelle antiche popolazioni sapevano controllare la crescita della vegetazione prediligendo soprattutto le palme, considerate importanti dal punto di vista economico. “Questo dimostra che la foresta amazzonica è stata gestita dalle popolazioni indigene molto prima dell’arrivo degli europei, ma tutto ciò – ha detto Watling – non può essere usato come una giustificazione per i metodi distruttivi e insostenibili applicati oggi”.

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