I Neanderthal si curavano con aspirina e antibiotici naturali
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I Neanderthal si curavano con aspirina e antibiotici naturali

La scoperta arriva dalla placca batterica indurita rilevata in 3 esemplari dal team guidato da Laura Weyrich

Neanderthal
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10 Marzo 2017 - 22.46


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L’assenza di spazzolino da denti per i Neanderthal ci ha regalato una bella scoperta ed è stata fondamentale per scoprire informazioni sulla dieta degli ominidi.

Raccogliendo la placca batterica indurita dai resti di questi antichi ominidi gli scienziati hanno potuto estrarre materiale genetico delle piante e degli animali che costituivano la loro dieta, e dei microbi che li facevano ammalare. Nel loro tartaro si sono accumulati resti di cibo e microbi, il cui Dna i ricercatori di oggi sono riusciti ad analizzare.
Il team guidato da Laura Weyrich, microbiologa della University of Adelaide, ha estratto DNA antico e batteri dalle mandibole di tre Neandertal i cui resti sono stati ritrovati in Belgio e in Spagna. I risultati sono descritti in uno studio pubblicato su Nature. 

Gli esemplari belgi hanno rivelato una dieta perlopiù carnivora, evidenziata da materiale genetico riconducibile a rinoceronti lanosi e ovini selvatici. Il Neandertal spagnolo invece è stato il pioniere del veganesimo, data la presenza nella placca di tracce di muschio, pinoli e funghi.
La scoperta più interessante effettuata nel sedimento dentale è che questo ha conservato il microbioma, ovvero le comunità batteriche e micotiche che vivevano sul corpo e nell’organismo dei tre individui.

Il ritrovamento “ci offre un quadro dell’ampia varietà di elementi a cui erano esposti nella loro vita quotidiana, tra cui le malattie e i rimedi che usavano per combatterle”, spiega la microbiologa Laura Weyrich.

Questa specie considerata un tempo rozza e primitiva era anche in grado di usare medicine. Nel tartaro di un adolescente ritrovato in Spagna – El Sidron – sono state trovate tracce di quella corteccia di pioppo dalla quale si estrae l’acido acetilsalicilico (l’aspirina) e del fungo penicillio che produce l’antibiotico penicillina. Nonostante fosse giovane e vegetariano, questo ragazzo aveva un brutto ascesso a un dente e un’infezione intestinale. “E’ probabile che queste sostanze fossero state assunte proprio a scopo di automedicazione” spiega David Caramelli, del dipartimento di biologia dell’università di Firenze.

La dieta dei vari gruppi potrebbe essere la chiave per comprendere l’impatto della dieta sui microbiomi nel tempo, e come ciò abbia influenzato la nostra evoluzione.
“Con la medicina moderna, studiare gli effetti di diete diverse sul microbioma è davvero complicato: sarebbe infatti necessario far mangiare la stessa cosa a milioni di persone per mesi”, spiega Weyrich. “Invece, usando come modello di partenza i Neandertal – individui che vivevano stabilmente nello stesso posto e che mangiavano ciò che questo offriva –  oggi possiamo stabilire quali delle loro abitudini poteva provocare modifiche nel loro microbioma”.

Ciò che stiamo scoprendo nelle bocche di questi Neandertal potrebbero forse spiegarci come facevano a convivere con la nostra specie. E questo prendendo in considerazione un solo microorganismo orale”.

Ce li immaginiamo come uomini delle caverne” ha raccontato Laura Weyrich. “Ma dovremmo riscrivere i libri di storia. I Neanderthal avevano un comportamento simile al nostro, erano competenti, intelligenti e amichevoli”. 

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