Scoperta sulla Luna una caverna che potrebbe ospitare una base scientifica
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Scoperta sulla Luna una caverna che potrebbe ospitare una base scientifica

Lunga cinquanta chilometri e larga 100 metri, costituirebbe il luogo ideale per realizzare una stazione lunare, al riparo da radiazioni e temperature estreme

La grotta scoperta sulla Luna da scienziati giapponesi
La grotta scoperta sulla Luna da scienziati giapponesi
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20 Ottobre 2017 - 13.35


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Gli scienziati dell’agenzia spaziale giappone, Jaxa, hanno scoperto sulla Luna una enorme caverna sotterranea che ritengono possa essere il luogo ideale per stabilire in futuro una base lunare.
La grotta, lunga 50 chilometri e larga 100 metri, è in realtà un vecchio tunnel vulcanico di lava formato 3,5 miliardi di anni fa. Si trova nelle colline di Marius nell’Oceano delle tempeste (Oceanus procellarum), a ovest del visibile volto della Luna.
Junichi Haruyama, ricercatore della Jaxa, ha spiegato che questa cavità è stato rilevata utilizzando i dati raccolti dalla sonda Selene, che ha studiato la geomorfologia del satellite naturale della Terra verso la fine del 2000 al fine di prepararsi per le missioni con equipaggio.
L’esistenza di questo tipo di formazione geologica è stata prevista, ma questo studio fornisce un quadro più chiaro rispetto a quello che si poteva pensare.
Nessuno uomo è rimasto sulla superficie della luna più di tre giorni, soprattutto perché le tute spaziali non possono proteggere a lungo gli astronauti dalla combinazione di temperature estreme, radiazioni e impatti di meteoriti.
Il Giappone, come quindici altri Paesi, sta partecipando allo sforzo internazionale per inviare una missione sulla luna per il 2025-2030. Sarà il primo viaggio umano sulla superficie della luna da quando, nel 1972, la Nasa vi inviò Eugene Cernan e Harrison Schmitt, che vi trascorsero 75 ore.
Secondo Haruyama, ”è importante sapere dove si trovano questi tunnel, se vogliamo costruire una base lunare. Questa conoscenza è importante anche dal punto di vista scientifico. Potremmo trovare campioni di nuovi tipi di rocce e ottenere informazioni importanti sulla circolazione di calore o sui terremoti lunari”. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Geophysical Research Letter

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