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Ma quanto vive il coronavirus sulle superfici, sui vestiti, sui giacconi, sulle scarpe? Sicuro rientrare in casa e riutilizzarli, oppure bisogna lavarli subito? O, come viene spiegato da un presunto medico su un audio rimbalzato sulle chat, la malattia rimane viva nove ore sull’asfalto e quindi resta anche sulle suole? Domande che hanno innescato ieri un dibattito ampio, sui social e non solo. Anche perché fra le superfici incriminate ci sono anche le buste della spesa, i cibi confezionati e non, che in questi giorni di isolamento forzato per gli italiani sono fra i pochi pericoli provenienti dall’esterno. Sull’argomento intervenuto il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro per il quale non solo una costante pulizia con disinfettanti, ma anche gli agenti atmosferici – sole e pioggia – possono abbattere la presenza del coronavirus sugli oggetti. Una malattia che tuttavia altamente improbabile, secondo Brusaferro, possa essere trasmessa con i cibi confezionati, anche se non si può escludere .
Per Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, l’audio una fake news, perché la carica virale in quel caso irrisoria. Ma i dubbi restano. Anche perch finora nessuno ha smentito in maniera definitiva due studi, uno tedesco e l’altro cinese, sulla persistenza del virus fino a 9 giorni su acciaio, plastica e vetro, e sulla distanza di sicurezza fra persone a quattro metri e mezzo, con carica virale attiva per mezz’ora. Casi forse rari, comunque contestati dagli studiosi italiani, a cominciare dal responsabile delle Malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza, secondo il quale la via del contagio rimane quella respiratoria e non da superfici contaminate. comunque fondamentale, riprende Brusaferro, garantire un’igiene adeguata delle mani e di quello che viene toccato. Indumenti e scarpe compresi. Sempre dal direttore dell’Iss arrivano poi chiarimenti sull’uso di mascherine e guanti alla guida di un veicolo: Se si da soli non ha senso indossarli, come per chi fa sport all’aperto – avverte -. In compagnia, con persone con sintomi, invece proteggono .
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