Ci vuole prudenza per non ricominciare tutto da capo: per l’emergenza coronavirus “se tutto andasse come sembra volere andare dovremmo ragionare per una graduale ripresa nella seconda metà di maggio”.
Lo ha affermato il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, secondo cui “le misure restrittive è altamente probabile che debbano andare oltre il 13 aprile. Mi piacerebbe dire il contrario ma sono settimane che sono convinto che queste misure finiranno per andare oltre. Quando vedremo la luce? Tutto dipende dalla capacità di non avere altri focolai nel Paese oltre la Lombardia. Questo è fondamentale perché se ci ritrovassimo un’altra situazione lombarda ricominceremmo tutto da capo”.
“Programmare è necessario – ha spiegato Galli ai microfoni di Tv2000 – ma aprire troppo presto sarebbe un errore madornale. È veramente importante cominciare a capire quante persone, avendo già contratto l’infezione e sono guarite, possono tornare alle loro normali attività proprio perché non è verosimile che possano essere reinfettate dal virus in tempi brevi. Altre persone bisogna vedere come sono messe a casa per evitare che si infettino altre persone”.
Per le attività produttive “andrà fatta una programmazione per non intasare le disponibilità diagnostiche e per poter scaglionare nel tempo la possibilità di ripresa. Ci saranno molti che non hanno contratto l’infezione che dovranno continuare a mantenere distanze e mascherina per riprendere eventualmente il lavoro”.
“Fare il tampone a tutta la popolazione – ha aggiunto Galli – è praticamente impossibile. Dovremmo invece scaglionare nel tempo rispetto alla ripresa e partendo dalle funzioni vitali per determinate attività economiche e di servizio che devono essere riprese il più presto possibile. Bisognerà procedere per gradi prima con il test rapido e a conferma con l’uso del tampone”.
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