Dovremo convivere con il virus per un bel po’. Fino a quando? “Questa è una fase in cui non c’è una terapia che funzioni al 100 per cento: si prova qualsiasi cosa. Ma questo riflette la grande necessità di trovare dei composti attivi: in qualche modo, anche per uso compassionevole, viene sperimentato qualsiasi farmaco che sembra avere un effetto. E’ la stessa situazione che è accaduta per Sars ed Ebola”.
Lo ha detto al Messaggero l’epidemiologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università-azienda ospedale di Padova.
“La combinazione che ora si usa di più è la clorochina, che è un antimalarico, insieme alla azitromicina, un antibatterico. E pare che funzioni – aggiunge l’epidemiologo – Sono farmaci che interferiscono con alcuni processi della cellula che sono importanti per l’assembramento dei vari componenti del virus. In qualche modo ne ritardano la moltiplicazione”.
Sulla curva dell’epidemia e relative speranze, Crisanti ribadisce: “Le misure di distanziamento sociale stanno cominciando a fare effetto, una buonissima notizia. Gli italiani però a questo punto meritano trasparenza e un programma. Questo approccio scandito ogni 15 giorni disorienta le persone. Serve un piano, con criteri ben precisi e una strategia chiara su come reprimere i focolai che eventualmente ripartono. Ma spetta al governo tracciare la strada”.
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