“C’è un fattore comune a tutti i vaccini, il target. Il target è una proteina chiamata spike, in pratica la chiave d’entrata del virus nella cellula umana. I 40-45 vaccini vicini alla sperimentazione umana hanno tutti la caratteristica di indurre un’immunità contro la spike. In realtà l’abbiamo scoperto già nel 2003 contro la SARS, primo studio di un vaccino contro il coronavirus umano riportato in letteratura, questi vaccini sono tutti simili, usano differenti piattaforme (…)”. Così Andrea Gambotto, medico membro del team di ricercatori dell’Università di Pittsburgh che lo scorso 2 aprile ha pubblicato sulla rivista scientifica Lancet il primo report sul vaccino-cerotto contro il Coronavirus.
Sulle tempistiche: “La sorpresa potrebbe essere lanciare questo vaccino velocemente, cercando di non avere troppe lungaggini burocratiche nell’approvazione del trial clinico (…). Usando questo vaccino in aree dove il virus è pandemico si ha molto più velocemente la risposta se funziona o meno. La necessità di fare fasi successive di sperimentazione dipende poi dagli organismi che regolano la sperimentazione di questi farmaci. Noi pensiamo sia ragionevole prendere una scorciatoia per approvarlo il prima possibile”.
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