Come riaprire gli alberghi ai turisti: gli studiosi preparano un protocollo con le linee guida
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Come riaprire gli alberghi ai turisti: gli studiosi preparano un protocollo con le linee guida

Uno studio del Centro Studi Termali Pietro d'Abano con la collaborazione di Giorgio Palù, professore di Microbiologia e Virologia all'Università di Padova

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25 Aprile 2020 - 16.32


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Un protocollo e un vademecum, documenti che si traducono in comportamenti e azioni concrete per un’ospitalità al tempo del Covid19 che mette la sicurezza del visitatore al primo posto. Linee guida rivolte a strutture e turisti con l’obiettivo di creare le condizioni per poter passare, per quanto possibile, una vacanza sicura.

E’ quello prodotto dal Centro Studi Termali Pietro d’Abano con la collaborazione di Giorgio Palù, professore di Microbiologia e Virologia all’Università di Padova ed ai Dipartimenti di Neurosciences and Science and Technology della Temple University di Philadelphia.
Le linee guida, che verranno condivise con imprese, associazioni di categoria e parti sociali, interessano le strutture del più grande complesso termale d’Europa, nella zona di Abano, Montegrotto e dei Colli Euganei in provincia di Padova. ”Seguono nei contenuti le principali indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Oms e le recenti normative nazionali, oltre a suggerire regole di comportamento che saranno valide anche nel nostro quotidiano. Siamo partiti dal presupposto che è meno importante regolamentare ogni singolo aspetto della pratica termale e che forse conta di più sviluppare una nuova normalità nell’emergenza”, sottolinea Fabrizio Caldara, Direttore del Centro Studi Termali Pietro d’Abano.
Con 107 strutture alberghiere, 11mila camere d’albergo, 18mila posti letto per un totale di quasi 5mila dipendenti, un comparto turistico che produce un fatturato totale annuo di 350 milioni di euro e che sta subendo le conseguenze dell’emergenza Coronavirus. La pulizia e la sanificazione degli spazi comuni e delle camere, le indicazioni per il check in e il check out, distanze obbligatorie, le modalità di accesso al ristorante e sala colazioni, l’utilizzo delle piscine e delle palestre, la somministrazione delle inalazioni termali e delle cure con i fanghi, il piano di pronto intervento nell’eventualità si dovesse presentare un caso sospetto. Sono solo alcune delle indicazioni contenute nel vademecum al quale hanno contribuito anche da Gestione Unica del Bacino Idrominerario Omogeneo dei Colli Euganei e dal Consorzio Terme Colli.
Il professor Palù terrà anche dei momenti di formazione per i titolari e i dipendenti delle strutture presenti sul territorio e il vademecum sarà aggiornato costantemente. ”In questo caso il problema legato alla Fase2 della ripresa è stato affrontato partendo da un rigoroso approccio tecnico-scientifico che si fonda su criteri di precauzione e monitoraggio. Per l’economia del Paese è fondamentale far ripartire l’attività strategica delle strutture turistico-ricettive ma bisogna farlo in sicurezza e nel pieno rispetto dei decreti vigenti. La valutazione e una verifica costante del rischio – conclude il professor Palù – permette di attuare, sia a livello strutturale che professionale e igienico sanitario, tutte quelle misure di risposta immediata che rendono possibile l’identificazione, l’isolamento e l’opportuno trattamento di eventuali sorgenti d’infezione”.
Gli alberghi di Abano e Montegrotto sono un unicum in Italia in quanto le strutture che offrono le cure termali sono accreditate al Servizio Sanitario Nazionale, con l’obbligo di avere direttori sanitari e medici visitatori. Già la presenza di quest’ultimi prima della crisi permetteva al comparto di avere standard di sicurezza elevati sul fronte sanitario. ”Proprio la sicurezza – precisa Umberto Carraro, Presidente del Consorzio Terme Colli – sarà un valore ricercato dai viaggiatori e le Terme di Abano e Montegrotto, grazie alla serietà dei protocolli attivati e alla decennale esperienza in studi scientifici e centri sanitari, dimostrano ancora una volta di essere un’eccellenza su questo fronte”.
I benefici sulle broncopneumopatie dell’acqua, che nella zona sgorga naturalmente a 80°, e la capacità antinfiammatoria dei fanghi sono certificati da ricerche scientifiche condotte nel corso degli anni. ”Il nostro intento è quello di cercare soluzioni condivise ai problemi legati all’emergenza e alla riapertura delle aziende termali nel corso della fase due. Il protocollo è un primo riferimento che si propone con spirito collaborativo ad altre simili iniziative. Le aziende potranno ora iniziare il recepimento nei propri documenti aziendali delle misure utili a ridurre il rischio contagio e la tutela di ospiti e lavoratori”, concludono Fabrizio Caldara, Direttore Centro studi Pietro d’Abano e Aldo Buja, Presidente Gestione Unica.

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