Il virologo Crisanti preoccupato: "Riapertura a tentoni, senza valutare il rischio"
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Il virologo Crisanti preoccupato: "Riapertura a tentoni, senza valutare il rischio"

Il direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell'Università-azienda ospedaliera di Padova: "Se il motto è 'vediamo che succede' temo che non ci siano strumenti per abbassare questo rischio"

Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova
Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova
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3 Maggio 2020 - 14.36


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Una accusa molto dura, da persona che non ha mai nascosto i suoi dissensi, soprattutto sulle disposizioni dell’Oms seguito all’inizio dal governo e da molti.
“La macchina si è messa in moto senza una valutazione del rischio. Questo è il vero problema. C’è stata una apertura a tentoni. Il Piemonte e la Lombardia sono diverse dalla Calabria e dalla Sardegna. Mi preoccupa che il Governo non ha nessun elemento a priori per calcolare il rischio e se” il motto è ‘vediamo che succede’ “sono preoccupato che non ci siano strumenti per analizzare e abbassare questo rischio”.

Lo ha sottolineato Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università-azienda ospedaliera di Padova, ospite di ‘Mezz’ora in più’ su RaiTre.
“Io avrei cercato di capire quanti sono i casi Regione per Regione – ha aggiunto – facendo emergere l’iceberg dei casi sommersi, ovvero le persone che non riescono ad avere una diagnosi e che rimangono a casa. Il rischio dipende da come sono distribuiti questi casi sul territorio”.
Crisanti ha rivolto a stretto giro a Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, anch’egli ospite di ‘Mezz’ora in più’, proprio la richiesta di far emergere i casi sommersi di Covid-19, per una migliore programmazione della fase 2.

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