Crisanti: "Una seconda ondata di Covid-19 potrebbe arrivare dall'estero, tracciare chi arriva"
Top

Crisanti: "Una seconda ondata di Covid-19 potrebbe arrivare dall'estero, tracciare chi arriva"

Il professore ordinario di Microbiologia a Padova: "Servono accordi internazionali. Tra una settimana avremo i primi dati sulla fase due per decidere".

Il professor Andrea Crisanti
Il professor Andrea Crisanti
Preroll

globalist Modifica articolo

11 Maggio 2020 - 14.18


ATF

Attenti, no c’è nessuna ricreazione almeno fino a quando non sarà trovata una terapia efficace contro il Covid-19.
Sul rischio di una seconda ondata da Covid -19, che sarà “ridotta in Italia, l’epidemia potrebbe tornare dall’estero. Bisogna controllare gli aeroporti, tracciare chi arriva e fare tamponi mirati. Servono accordi internazionali”.
Lo ha detto intervistato da ‘la Stampa’ Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia a Padova. In tema tamponi il virologo dice “sì, ma non a tappeto – precisa – I tamponi vanno fatti mirati per mettere al sicuro un territorio e proteggere quelli confinanti. All’inizio il Veneto aveva più casi della Lombardia, ma siamo riusciti a contenerli”.

E sui test sierologici Crisanti conferma: “Non permettono di stabilire se si è guariti, valgono solo come sondaggio, e a chi risulta positivo va fatto anche il tampone”.
Infine, sul fatto che i nuovi contagiati siano meno gravi, l’esperto osserva: “La popolazione sensibilizzata si presenta a uno stadio iniziale della malattia dai medici che ora ne sanno di più, e le nuove infezioni avvengono con una carica virale minore, proveniente dai pochi contagiati in giro e filtrata da mascherine”.
In ogni caso “tra una settimana avremo i primi dati sulla fase due per decidere . Se i casi saranno ancora in diminuzione si potrebbe riaprire ovunque, ma suggerirei prudenza ad alcune regioni”. Ma su Piemonte e Lombardia avverte: “Nel loro caso aspetterei qualche settimana”.
E spiega: “Tutto ciò che aumenta i contatti tra persone comporta un rischio, che diventa più accettabile con il calo dei contagi. L’epidemia non è finita e possono crearsi altri focolai. A Vo’ Euganeo abbiamo dimostrato che si fermano se individuati per tempo, esaminati con i tamponi, tracciati nei loro contatti e isolati. Bisogna essere pronti a fare delle microzone rosse, soprattutto in quelle regioni dove l’organizzazione territoriale non è efficiente”.

Native

Articoli correlati