Giorgio Cosmacini è convinto: il coronavirus andrà via così come ha fatto l’influenza Spagnola, pandemia influenzale che, secondo le stime, uccise 50 milioni di persone dal 1918 al 1920, infettandone più di 500mila. Il docente dell’Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano ha spiegato la sua visione al Corriere della Sera.
“La Spagnola è stata combattuta con le stesse misure igienico-sanitarie di oggi: distanziamento sociale, quarantene, mascherine. Poi si è estinta per lisi, con progressiva attenuazione della sua aggressività, nel giro di un anno e mezzo”
Secondo Cosmacini la globalizzazione ha poco a che fare con la diffusione del virus, perché c’è sempre stata. Infatti, la peste nera del Trecento iniziò a circolare perché era stata completata la transizione da un’economia di tipo agricolo a “una di scambio mercantile”. Per affrontare il coronavirus, “non ci può essere che una medicina pubblica e non privatistica”, secondo lo storico.
“I virologi ci dicono che il nuovo coronavirus non ha mutato struttura, dinamica, virulenza. Ci crediamo. Gli epidemiologi affermano che non ha perso la sua capacità diffusiva. Crediamo anche a loro. Ma la terza voce, quella dei clinici, che vedono i malati, ci racconta che l’aggressività del virus appare ridotta e l’organismo umano reagisce meglio”
Argomenti: covid-19