Alla fine lo abbiamo capito: il passaporto sanitario non esiste e non potrò esistere per un po’. E la dichiarazione di immunità nemmeno.
Nel frattempo è partito un nuovo business: “Per quanto riguarda il proliferare dei test anticorpali” per il coronavirus Sars-CoV-2, “il problema principale è che non c’è nessuno studio che permette di paragonarli. Oggi ce ne sono più di 150 in commercio con prestazioni diverse. E c’è il problema dei falsi positivi e dei falsi negativi. Insomma, c’è una grossa confusione al momento”.
E’ l’analisi del virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova e direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia e Virologia dell’azienda ospedaliera patavina.
“I falsi negativi – spiega nel corso delle audizioni informali in Commissione Affari sociali della Camera – in questo momento in cui la prevalenza dell’infezione è bassa non sono un problema importante. Ma piuttosto sono i falsi positivi che pongono un problema grosso, perché se non si fa il tampone subito si lasciano le persone nell’incertezza. Nella situazione attuale, con l’attuale prevalenza di malattia, se il test ha un falso positivo ogni mille, di fatto questi test sarebbero inutili. Creano confusione perché non hanno un valore predittivo positivo elevato e l’errore è di molto superiore alla prevalenza dell’infezione”.
Crisanti ha fatto anche il punto su Vo’ Euganeo e sugli studi che si stanno realizzando sulla popolazione di uno dei primi comuni italiani a essere colpiti da Covid-19. “Per Vo’ abbiamo completato l’analisi anticorpale di tutta la popolazione e i risultati saranno presto messi a disposizione. Quel che posso dire è che alcuni test hanno una buona correlazione con il tampone. Questa comunità è un fantastico sistema per studiare la dinamica dell’infezione e la risposta anticorpale. Perché di fatto l’abbiamo come congelata, non ci sono state altre infezioni”.
“Abbiamo quindi – conclude – un tempo zero di tutti i casi e possiamo capire se le persone hanno sviluppato anticorpi, la correlazione fra anticorpi e decorso della malattia e possiamo capire l’incidenza dei falsi positivi. E’ l’analisi che stiamo facendo. E poi possiamo vedere se gli anticorpi sono neutralizzanti e se lo sono contro diversi ceppi virali”.
Una mutazione del virus può neutralizzare un’eventuale terapia? “In genere – evidenzia l’esperto – le mutazioni sono usate da numerosi virus per evadere la risposta immunitaria. Succede per esempio con l’influenza ed è per questo che il vaccino va rifatto ogni anno. Nel momento in cui usiamo l’immunoterapia esercitiamo una pressione su virus ed è possibile che muti. Per il nuovo coronavirus non sappiamo se gli anticorpi sono neutralizzanti verso diversi ceppi, c’è uno studio in corso. Ma sembra che questo virus muta molto meno di quanto ci si aspettasse ed è un elemento che può far sperare”.
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