Il ministro Speranza sul Covid-19: "Sinceramente non so se rifarei tutto"
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Il ministro Speranza sul Covid-19: "Sinceramente non so se rifarei tutto"

Il responsabile della Salute: "Ci sarà modo di ragionare su tutto e lo farò con la massima serietà. Quel che è certo è che ho sempre agito avendo a cuore la salute e la vita delle persone".

Il ministro della Salute, Roberto Speranza
Il ministro della Salute, Roberto Speranza
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14 Giugno 2020 - 10.27


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Si chiama onestà intellettuale. Perché tutti sanno che all’inizio molte cose non si sapevano e non si immaginavano e che era difficile prendere decisioni gravissime senza aver ben chiaro il quadro della situazione.

Conte rifarebbe tutto. E lei? A questa domanda, in materia di Coronavirus e zone rosse, in un’intervista al Corriere della Sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, risponde: “Non lo so, sinceramente. Ci sarà modo di ragionare su tutto e lo farò con la massima serietà. Quel che è certo è che ho sempre agito avendo a cuore la salute e la vita delle persone”.

Quanto all’incontro con i giudici a Palazzo Chigi, Speranza si dice “molto d’accordo con il presidente Mattarella, che sprona a cercare le ragioni dell’unità anche per rispetto ai tanti italiani che hanno perso la vita. Davanti a una crisi come questa le istituzioni repubblicane devono lasciare da parte polemiche e unirsi per risolvere i problemi”. Il ministro afferma poi di non temere di essere finire indagato per la mancata chiusura di Nembro e Alzano: “No. E comunque chiunque abbia avuto responsabilità a tutti i livelli deve essere pronto a rendere conto senza paura, con massima serenità e trasparenza. È il bello della democrazia”.

Speranza manifesta la sua soddisfazione per l’accordo annunciato ieri sul fronte del vaccino anti-Covid, “l’accordo con una delle aziende farmaceutiche più grandi del mondo, che ha il vaccino più promettente, è il frutto di un lavoro duro, molto serio”, rivendica il ministro. “Con questa firma l’Italia è in prima fila nella grande sfida mondiale per la ricerca del vaccino, esce a testa alta dalla drammatica esperienza di questi mesi e pianifica il proprio futuro – sottolinea Speranza – Von der Leyen, Michel, Sassoli e Gentiloni ci hanno riconosciuto di aver indicato la strada. È il riscatto di un Paese che è stato colpito duramente per primo e che adesso si vuole rialzare. Un pezzo significativo del processo produttivo si realizzerà da noi, grazie a due importanti realtà di Pomezia e Anagni”.

“Abbiamo fatto un accordo per 400 milioni di dosi, di cui i primi 60 milioni saranno disponibili a partire dall’autunno. L’Italia è nel gruppo di testa, fra i Paesi che devono gestire il vaccino”, prosegue Speranza e aggiunge: “Abbiamo bloccato un numero molto alto di dosi per poterle condividere con gli altri Paesi europei. Il vaccino è un diritto di tutti, non un privilegio di pochi. Abbiamo fatto un passo importante per assicurare che la Ue non resti schiacciata tra i giganti Cina e Usa, che giocano una partita epocale”.

“Il vaccino lo paga lo Stato, verrà distribuito gratis a cominciare dalle classi più a rischio – assicura Speranza – Stiamo parlando del vaccino più avanti di tutti, la cui sperimentazione sull’uomo è partita ad aprile. Ma il mio atteggiamento resta quello della prudenza. La svolta vera ci sarà quando l’Agenzia europea per i medicinali darà il via libera”.

 

 

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