Il virologo Pregliasco: "Con il vaccino anti-influenzale obbligatorio ci sarà un rigurgito no vax"
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Il virologo Pregliasco: "Con il vaccino anti-influenzale obbligatorio ci sarà un rigurgito no vax"

Lo studioso dell'università Statale di Milano, sul tema vaccinazione antinfluenzale obbligatoria e su un eventuale obbligo per il vaccino anti-Covid quando arriverà.

Fabrizio Pregliasco
Fabrizio Pregliasco
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15 Giugno 2020 - 17.07


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Gli insulti al ministro della Salute Speranza sono stati un antipasto significativo: “I dati di efficacia dimostrano l’opportunità della vaccinazione antinfluenzale in termini di diagnosi differenziale rispetto a Covid. Il problema vaccinazione obbligatoria o no è la discussione che c’è da anni fra i vax e i no-vax. E’ chiaro che la somministrazione obbligatoria crea rigurgiti rispetto a una scelta che” alcuni pensano “colpisca con effetti avversi” e “a una certa paura di doversi sottoporre a qualcosa che fa male”.

“Io credo che la raccomandazione come sempre è l’elemento più importante”.
E’ l’aspetto evidenziato da Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, ragionando – durante la trasmissione ‘Agorà’ su Rai3 – sul tema vaccinazione antinfluenzale obbligatoria e su un eventuale obbligo per il vaccino anti-Covid quando arriverà.
Per Pregliasco “la raccomandazione è l’elemento più importante – ripete – così come la raccomandazione del distanziamento sociale, dell’igiene delle mani e di quello che dobbiamo fare in questo momento. Purtroppo una quota parte di popolazione non recepisce e non crede nell’efficacia di questi interventi”.

Quanto al vaccino anti-Covid sotto i riflettori in questi giorni, sviluppato dall’università di Oxford e a cui ha collaborato anche l’azienda Irbm di Pomezia – vaccino al centro di un accordo firmato da AstraZeneca con la Inclusive Vaccines Alliance europea, guidata da Germania, Francia, Italia e Paesi Bassi, per una fornitura all’Europa che arriverà fino a 400 milioni di dosi – per l’esperto “importante è la disponibilità e un pre-accordo per poterne avere”
C’è infatti “il problema dell’industrializzazione e di poterne disporre, ancorché si riesca ad avere un vaccino che sia efficace e soprattutto sicuro”, dice Pregliasco. Questo vaccino, prosegue il virologo, “è già avanti nella sperimentazione con una metodologia che utilizza come vettore un altro virus, un adenovirus non patogeno, come veicolo”. “Interessanti i risultati – aggiunge – Vedremo se davvero questi risultati preliminari, che non abbiamo ancora potuto esaminare, ci dimostreranno un’efficacia” e se si profilerà “l’opportunità di pianificare una campagna vaccinale che sarà impegnativa e sicuramente utile per ridurre quella che sarà una diffusione endemica del virus. Vediamo infatti che ora l’ondata almeno in Italia e in Europa è in calo, ma dei focolai ce li dobbiamo aspettare anche nel prossimo futuro”.

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