Uno studio conferma i dubbi: tirare l'acqua del wc a coperchio aperto può diffondere il Covid
Top

Uno studio conferma i dubbi: tirare l'acqua del wc a coperchio aperto può diffondere il Covid

Studi recenti hanno confermato la capacità di Sars-CoV-2 di sopravvivere nel tratto digerente umano, e quindi la presenza del coronavirus nelle feci dei pazienti. Quindi...

Coronavirus
Coronavirus
Preroll

globalist Modifica articolo

15 Giugno 2020 - 16.46


ATF

Era stato già detto ed, in effetti, una possibilità remota esiste: il rischio contagio da Covid-19 può nascondersi anche dietro la porta di una toilette. Dopo che studi recenti hanno confermato la capacità di Sars-CoV-2 di sopravvivere nel tratto digerente umano, e quindi la presenza del coronavirus nelle feci dei pazienti, un nuovo lavoro mette in guardia dal pericolo sciacquone: secondo gli scienziati, tirare l’acqua del wc a coperchio sollevato può nebulizzare particelle in grado di veicolare l’agente infettivo.

Una ‘nuvola virale’ che dunque, almeno in teoria, potrebbe insidiare chi entra in bagno subito dopo una persona Covid-positiva.
Nello studio – pubblicato sulla rivista ‘Physics of Fluids’ dell’Aip (American Institute of Physics) – i ricercatori hanno utilizzato precisi modelli computerizzati per simulare i flussi di acqua e aria che si producono tirando lo sciacquone. In particolare, hanno usato una serie standard di formule fluidodinamiche denominate equazioni di Navier-Stokes per capire cosa succede con due tipi diversi di servizi igienici, a singolo ingresso d’acqua o a ingresso doppio. Inoltre, per valutare il movimento delle goccioline che partendo dalla ‘tazza’ vengono espulse in aria, hanno impiegato un modello simile a quello applicato anche all’analisi di droplet prodotto con la tosse.
E’ “fondamentale sottolineare che in tempi di Covid-19 i pazienti non devono sospendere la terapia con corticosteroidi per via inalatoria. Le Linee guida internazionali sono chiare: interrompere in autonomia il piano di terapia prescritto senza aver consultato il medico curante, può comportare un peggioramento potenzialmente pericoloso dell’asma. Inoltre, recenti studi clinici suggeriscono che mantenere la terapia con corticosteroidi in pazienti adulti e pediatrici con asma o malattie respiratorie croniche protegge dall’infezione Covid-19. E’ molto importante quindi proseguire la terapia con regolarità per mantenere standard elevati di controllo della patologia”, evidenzia Giorgio Piacentini, ordinario di Pediatria all’Università di Verona e presidente Simri.
“E’ fondamentale evitare di sospendere le cure in autonomia senza condividere la decisione con il medico curante o lo specialista di riferimento. L’asma allergica porta con sé una serie di sintomi importanti da non confondere con quelli di Covid-19. Gli adulti e i genitori di bambini con asma allergica – prosegue Piacentini – devono sapere che la febbre, che è quasi costante nell’infezione virale, non fa parte solitamente dei sintomi di asma allergica che, invece, si manifesta con la produzione di muco extra, tosse, respiro sibilante e mancanza di respiro”.
“Le norme igieniche indoor-outdoor e le norme per proteggersi dal Covid-19 devono essere strettamente rispettate – raccomanda – ma è fondamentale proseguire il trattamento prescritto con corticosteroidi per via inalatoria negli adulti e nei bambini per tenere sotto controllo l’allergia e proteggersi dal rischio di Covid-19. Infine, rassicuriamo i cittadini: non abbiate paura, nonostante la pandemia, di rivolgervi al medico, allo specialista e, nel caso, agli ospedali”.

Native

Articoli correlati