Ippolito contro Salvini and company: "Basta dire che i migranti sono malati"
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Ippolito contro Salvini and company: "Basta dire che i migranti sono malati"

"Non abbiamo bisogno di guerra", ha ammonito il medico invitando a riascoltare l'omelia del vescovo di Rieti

Giuseppe Ippolito
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26 Agosto 2020 - 09.18


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“Prima abbiamo detto che i migranti erano delinquenti e adesso diciamo che i migranti sono malati. Basta, i migranti sono migranti e noi abbiamo bisogno dei migranti. Strumentalmente la sanità può entrare in tutto, evitiamo questo tipo di diatribe”. Invita la politica a “non trasformare tutto in guerra” Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani di Roma, intervistato ad ‘Agorà Estate’ su Rai3.
“Non abbiamo bisogno di guerra”, ha ammonito il medico invitando a riascoltare l’omelia del vescovo di Rieti, Domenico Pompili, durante la Messa ad Amatrice per il quarto anniversario del terremoto. “Abbiamo bisogno di una ricostruzione, di una ricostruzione di fiducia e anche di rapporti. Usiamo quelle parole per applicarle al Covid – ha invitato Ippolito – Bando alle ciance, bando alle guerre di religione”.

Il Coronavirus continua a mietere contagi e morti in tutto il mondo, ma l’Oms va controcorrente e dice che i dati sono rassicuranti, la pandemia starebbe rallentando. In particolare nel continente americano. Piu’ di 1,7 milioni di nuovi casi e 39 mila nuovi decessi sono stati segnalati nella settimana dal 17 al 23 agosto, pari a una diminuzione del 5% dei casi e del 12% dei decessi rispetto alla settimana precedente. Il rallentamento e’ stato registrato ovunque nel mondo tranne che nel Sudest asiatico e nel Mediterraneo orientale. Queste affermazioni però non sono piaciute al direttore scientifico dello Spallanzani di Roma.
“La pandemia di Covid-19 rallenta? Se lancia messaggi come questo, – spiega Giuseppe Ippolito ad Agorà Estate su Rai3 – “l’Organizzazione mondiale della sanità sembra veramente uno dei tanti ‘grilli parlanti’ che ogni giorno deve occupare più spazi e dare notizie. E’ evidente che noi non ci libereremo presto di questa infezione, ma se ogni giorno diciamo ‘è aumentata un po”, ‘è diminuita un po”, creiamo un senso di sconcerto. Il virus non se n’è mai andato – sottolinea – Il virus circola in tutto il mondo e ci sono Paesi in cui ha livelli di infezione, di malattia, di aggressività e di morti ancora rilevanti”.

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