Il ministro Speranza: "La partita del covid non è chiusa, non siamo ancora al sicuro"
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Il ministro Speranza: "La partita del covid non è chiusa, non siamo ancora al sicuro"

Il responsabile della Salute: "Penso che sia corretto tenere altissimo il livello di attenzione, continuare a rispettare le regole fondamentali"

Il ministro Roberto Speranza
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11 Settembre 2020 - 09.29


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Eppure siamo circondati da negazionisti: “La partita del covid non è chiusa. Come abbiamo detto più volte, siamo fuori dalla tempesta e la tempesta c’è stata nei mesi più difficili di febbraio, marzo, aprile ma non siamo ancora in un porto sicuro. Saremo in un porto sicuro soltanto quando avremo un vaccino sicuro per tutti e quando avremo delle cure efficaci capaci di rispondere in maniera definitiva a questo problema”.
Lo ha detto il ministro per la Salute, Roberto Speranza a margine della conferenza stampa a Bari sulla sanità pugliese a cui ha preso parte anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
“Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che la battaglia è ancora aperta e quindi non dobbiamo meravigliarci quando in alcuni territori si prendono misure che servono per intervenire in maniera pronta e determinata su evidenze che possono esserci in alcuni determinati ambiti”, ha evidenziato il ministro in riferimento alle decisioni restrittive prese in Abruzzo dal governatore Marco Marsilio.
Speranza considera “giusto che i presidenti di Regione valutino costantemente quello che avviene nelle loro realtà territoriali e ove necessario noi auspichiamo che ci siano interventi immediati”.

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“Regioni e Stato devono lavorare insieme – ha ribadito – Io insisterò sempre su questo punto: di fronte a un’epidemia e a una crisi, ci si può chiudere in una stanza e discutere anche per dieci ore, come anche abbiamo fatto, ma poi le Istituzioni devono marciare tutte nella stessa direzione”.

Fino a quando non ci saranno cure efficaci o vaccini “penso che sia corretto – ha sottolineato Speranza – tenere altissimo il livello di attenzione, continuare a rispettare le regole fondamentali, il distanziamento di un metro, l’utilizzo delle mascherine, il lavaggio delle mani e poi intervenire qualora ce ne sia bisogno, in tutte le occasioni possibili”.

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