“La febbre va misurata a scuola, tutti i giorni, prima dell’ingresso. Proprio come avviene in aeroporti, uffici ed esercizi commerciali. Non per sfiducia nei confronti delle famiglie, ma perché al momento di uscire per andare a scuola manca il tempo, i bambini e i genitori vanno di fretta e si potrebbero creare errori od omissioni. Ce lo dice il fenomeno dei pidocchi”.
Lo afferma Italo Farnetani, docente alla Libera Università Ludes di Malta, intervenendo sul dibattito del controllo della temperatura degli alunni, che vede le Regioni spingere su verifiche da fare a scuola.
“Guardiamo a quanto accade nel caso del trattamento contro la pediculosi – dice il pediatra – che è affidato alle famiglie, e basta una sola applicazione per rientrare a scuola. Ebbene, è noto che le recrudescenze ricorrenti di pediculosi nelle classi sono legate al fatto che non tutte le famiglie fanno i controlli e il trattamento. Mutatis mutandis, se invece dei pidocchi c’è il coronavirus, cosa può accadere? Consiglio però che anche i genitori controllino la temperatura dei figli prima di uscire di casa – conclude Farnetani – Eviteranno così viaggi inutili, ma soprattutto ipotetiche forme di contagio. Insomma, per me è necessario che la febbre sia controllata a scuola”.
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