Un mentitore seriale e un razzista: “Quando il presidente Usa Donald Trump ha iniziato a parlare al pubblico della malattia da coronavirus, Covid-19, a febbraio e marzo, gli scienziati sono rimasti sbalorditi dalla sua apparente mancanza di comprensione della minaccia. Abbiamo supposto che si fosse rifiutato di ascoltare i briefing della Casa Bianca o che fosse stato messo al riparo deliberatamente dalle informazioni. Ora, poiché il giornalista del ‘Washington Post’, Bob Woodward, lo ha registrato, possiamo sentire la stessa voce di Trump che diceva di aver capito esattamente che Sars-CoV-2 era mortale e si diffondeva nell’aria. Quando minimizzava il problema con il pubblico, Trump non era stato confuso o informato in modo inadeguato: ha mentito apertamente, ripetutamente, sulla scienza al popolo americano”.
Sono le dure parole di un editoriale pubblicato su ‘Science’, una delle riviste di riferimento della comunità scientifica internazionale.
“Queste bugie – scrive l’autore H. Holden Thorp – hanno demoralizzato la comunità scientifica e sono costate innumerevoli vite negli Stati Uniti. Nel corso degli anni, questa pagina ha commentato le debolezze scientifiche dei presidenti degli Stati Uniti su temi importanti”, come il cambiamento climatico.
“Ma, ora, un presidente degli Stati Uniti ha deliberatamente mentito sulla scienza in un modo che era in maniera imminente pericoloso per la salute. Questo potrebbe essere il momento più vergognoso nella storia della politica scientifica statunitense”.
L’editoriale su ‘Science’ fa riferimento a un’intervista di Woodward datata 7 febbraio 2020, in cui Trump “affermava di sapere che Covid-19 era più letale dell’influenza e che il virus si diffondeva nell’aria. Ma il 9 marzo – ricorda l’autore – ha twittato che ‘la comune influenza’ era peggiore di Covid-19”. Vengono ricostruite diverse dichiarazioni del presidente Usa. E viene anche riportato il caso di Nancy Messonnier, direttrice del National Center for Immunization and Respiratory Diseases, istituto dei Cdc, centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, che aveva affermato: “Non è tanto una questione se questo accadrà più, ma piuttosto una questione di quando esattamente ciò accadrà e quante persone in questo Paese avranno una grave malattia”. “Aveva ragione”, scrive l’editorialista di Science. “E Trump lo sapeva. Ma lui l’ha zittita. E ha anche cercato di controllare i messaggi di Anthony Fauci, il principale leader sulle malattie infettive della nazione”.
“Trump sapeva anche che il virus poteva essere mortale per i giovani. Tuttavia, ha insistito affinché le scuole e le università riaprissero e che il football del college riprendesse”, prosegue Thorp che evidenzia in contrasto il ruolo della scienza nella lotta al coronavirus. “I ricercatori stanno sviluppando instancabilmente vaccini e studiando le origini del virus in modo da prevenire future pandemie. Gli operatori sanitari si sono esposti per curare i pazienti Covid e ridurre il tasso di mortalità”. Trump invece, conclude, “non era all’oscuro e non stava ignorando i briefing. Ascolta le sue stesse parole e ha mentito. Chiaro e semplice”.
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