Crisanti è odiato soprattutto a destra: dopo aver affiancato Zaia e aver dato un grande contributo perché nel Veneto ci fossero meno morti che in Lombardia ora il professore dell’università di Padova è finito nel mirino di negazionisti, anche della stampa vicina a a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Una bella riconoscenza nei confronti di un professore che ha contribuito a salvare vite umane e quando nessuno sapeva da che parte voltarsi ha dato le indicazioni giuste per contenere il diffondersi del contagio.
Ora è il suo “maestro” Giorgio Palù, professore di Neuroscienze all’Università di Philadelphia e presidente della Società europea di Viro ogia, è intervenuto per parlare di Crisanti, suo allievo, chiamato da Londra in Venero.
Palù ha precisato che Crisanti non è un virologo ma un entomologo, ovvero un esperto di zanzare. Come già aveva sottolineato il professor Alberto Zangrillo, primario dela San Raffaele, a luglio. Alla trasmissione “Primus inter pares” su Tv7 Group, il professore ha spiegato: “Crisanti è un mio allievo. Nel senso che accademicamente l’ho chiamato io da Londra. Non è un virologo. Non ha mai pubblicato un lavoro di virologia. Negli ultimi dieci anni non ne ha mai pubblicato neanche uno di microbiologia. Ma è un esperto di zanzare, come entomologo”.
A suo tempo Palu aveva detto nel momento in cui Crisanti era andato alla guida del Dipartimento di Medicina Molecolare all’Università di Padova, quando ancora non vi era l’idea di una possibile pandemia. “C’era bisogno di un sostituto e l’abbiamo trovato in Andrea Crisanti, una figura di primo piano: medico, parassitologo, con una formazione internazionale. La parassitologia sarà la dimensione del futuro: pensiamo ai cambiamenti climatici, ai nuovi parassiti che si vanno diffondendo e ai cosiddetti vettori, gli insetti che trasmettono alcune malattie. Ad esempio la zanzara tigre è vettore di zika, dengue, chikungunya e febbre gialla”.
Ora la destra, va ripetuto, è all’assalto per demolire Crisanti. Peccato che a marzo ha salvato tante vite. Ma da icona è diventato scomodo. Per questo va avanti un’opera di denigrazione.