Per carità l’ottimismo è meglio del pessimismo e la razionalità è meglio della paura. Il problema è che questi messaggi si sono tradotti un un libera tutti e a forza di non avere paura e di essere ottimisti la pandemia sta tornando.
“La speranza è quasi una necessità biologica dell’individuo. La gente ne ha un grande bisogno e nessuno ha il diritto di togliergliela, ma ha il dovere di mantenerla viva. Il che non significa dare illusioni e sogni, non è un non dire la verità, ma fargli capire che non resterà mai solo nei momenti difficili e che oggi il sistema sanitario è più pronto a gestire l’infezione. E, poiché la medicina non è una scienza esatta, ci sarà sempre un margine di ottimismo su cui puntare. Un medico è completo se unisce tecnica e umanità e sa dare al suo paziente anche questi messaggi”.
Lo scrive su Facebook Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 della Liguria.
“I malati ascoltano chi li cura o li curerà e traggono fiducia e speranza, oltre che dalle parole, anche dal loro atteggiamento – prosegue Bassetti – Il malato non vuole atteggiamenti autoritari, distaccati, irritazione, indisponibilità al colloquio, ma calore e comprensione per guardare a un futuro di speranza. Sono convinto che il medico debba essere portatore di speranza e la sua umanità sia la prima chiave d’accesso all’umanità del malato o del potenziale malato”.
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