Il quotidiano El Pais analizza tre scenari di trasmissione aerea del Covid-19 in ambienti chiusi, illustrando le buone pratiche da mettere in atto per ridurre al minimo il rischio di contagio.
Il giornale sottolinea come molti studi abbiano dimostrato che una parte delle infezioni da Sars-Cov 2 possa avvenire dopo contatto ravvicinato e diretto con una persona positiva al virus o mediante esposizione all’aerosol, particelle più piccole di 100 micron che possono viaggiare e accumularsi nell’aria.
El Pais sottolinea che la comunità scientifica non ritiene che il rischio di contagio esista solo se ci troviamo di fronte ad una persona che tossisce o starnutisce: anche stare a lungo in ambiente chiuso con una persona infetta che parla, urla o canta amplifica i rischi di contrarre il Sars-Cov 2.
Come ricordato dal quotidiano spagnolo, di recente a riconoscere l’importanza della trasmissione aerea nel contagio da Covid-19 sono giunti negli Usa i CDC – Centers for Disease Control and Preventions. El Pais cita anche un articolo pubblicato sulla rivistaScience , in cui viene sottolineato come in uno spazio chiuso le particelle di aerosol possano accumularsi nell’aria “provocando eventi di sovra-diffusione”. Più cauta la posizione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che parla di casistica rara.
Il quotidiano spagnolo ha provato a calcolare il rischio di infezione in un ambiente chiuso utilizzando un modello di calcolo sviluppato dal professor José Luis Jiménez dell’Università del Colorado. “Il modello ha una precisione limitata perché si basa su numeri ancora incerti”, ci tiene a specificare El Pais.
Sulle pagine della testata vengono mostrate le infografiche di tre situazioni molto comuni in cui può avvenire il contagio: un incontro con amici o parenti nel salotto di un’abitazione; una consumazione in un bar o ristorante; una lezione in classe.
Scenario 1 – casa: El Pais ipotizza che in un soggiorno siano presenti 6 persone, di cui una infetta da Sars-Cov1. In questo caso, a dispetto della distanza di sicurezza, senza mascherine e una ventilazione adeguata il contagiato potrebbe essere in grado di trasmettere il virus agli altri presenti nel giro di 4 ore. In presenza di mascherine, le infezioni si ridurrebbero da 5 a 4 ma il contagio avverrebbe comunque in virtù dell’esposizione prolungata al virus. Che cosa fare per ridurre il rischio di trasmissione? Il quotidiano spagnolo consiglia di areare l’ambiente e di dimezzare la durata dell’esposizione (da 4 ore a 2), indossando dispositivi di protezione adeguati. Secondo i dati riportati da El Pais in Spagna il 31% dei casi di infezione avverrebbe in questo tipo di scenario.
Scenario 2 – bar/ristorante: El Pais ipotizza che in un locale ci siano 15 clienti e tre dipendenti, con porte chiuse e nessuna ventilazione meccanica. Nell’ipotesi peggiore, con totale mancanza di dispositivi di protezione e misure di prevenzione adottate, dopo quattro ore 14 clienti sarebbero contagiati. Se tutti indossassero i dispositivi di protezione i contagi si ridurrebbero ad 8. In presenza di mascherine, ventilazione adeguata e tempo di esposizione dimezzato da 4 a 2 ore, le probabilità di contagio calerebbe drasticamente e il virus sarebbe capace di infettare solo una persona.
Scenario 3 – scuola: El Pais ipotizza che in un’aula scolastica siano presenti 24 studenti. Il rischio maggiore si verifica in una classe non ventilata in cui la persona infetta è l’insegnante. In queso scenario, senza misure di sicurezza, al virus sono sufficienti 2 ore per contagiare 12 persone. Anche in questo caso l’uso delle mascherine riduce in maniera drastica il rischio di diffusione del virus (da 12 a 5 persone infettate), pur non eliminandolo completamente. Riducendo il tempo di esposizione (da 2 ore ad 1 ora) e facendo in modo che l’aula sia adeguatamente areata, il virus sarebbe invece in grado di infettare solo una persona.
Dunque, rimane fondamentale la ventilazione degli ambienti: come dimostrato da un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori di fisica dell’Università del New Mexico e pubblicato sulla rivista Physics of Fluids.
Finestre aperte per disperdere fino al 70% delle particelle di virus e schermi protettivi davanti ai banchi per rallentarne la diffusione: così i fisici hanno calcolato come ridurre la circolazione del nuovo coronavirus a scuola, all’interno delle classi.
Lo studio del trasporto di aerosol e goccioline di saliva all’interno degli ambienti chiusi può aiutare a stabilire misure efficaci per contrastarne la diffusione del virus Sars-CoV-2. Uno degli ambienti più importanti per acquisire una rapida comprensione della diffusione delle particelle del virus, rilevano gli autori, è l’aula scolastica. I ricercatori hanno utilizzato un modello sulla dinamica delle particelle fluide per esplorare il trasporto di aerosol all’interno di una classe con aria condizionata.
È emerso che, la distribuzione dell’aerosol all’interno della stanza non è uniforme, a causa dell’aria condizionata e della posizione della sorgente e che, ha detto uno degli autori, Khaled Talaat, “le particelle possono essere trasmesse da uno studente ai banchi o ai vestiti di altri studenti, anche se tenuti separati da una distanza di 2,4 metri”. Secondo Talaat, “la posizione dello studente all’interno dell’aula influisce sulla probabilità di trasmettere particelle ad altri e di riceverle”. Tuttavia, è emerso che “quasi il 70% delle particelle esce dal sistema quando le finestre sono aperte”.
Inoltre, ha aggiunto l’esperto, la ricerca mostra che “l’aria condizionata rimuove fino al 50% delle particelle rilasciate durante l’espirazione e la conversazione, ma il resto si deposita sulle superfici all’interno della stanza e può rientrare nell’aria”. Di conseguenza la ricerca evidenzia anche l’importanza di utilizzare sistemi di filtrazione e sterilizzazione efficaci nei condizionatori d’aria. Lo studio mostra inoltre che anche gli schermi protettivi posti davanti ai banchi, riducono significativamente la trasmissione di particelle da uno studente all’altro, perchè ha spiegato Talaat “influenzano la circolazione del flusso d’aria vicino alla sorgente, facendo cambiare le traiettorie delle particelle”.
[1/7] La covid se contagia por el aire, sobre todo en interiores, y los científicos reconocen ya abiertamente el papel de los aerosoles en la pandemia. En EL PAÍS hemos recreado tres ambientes habituales para ver cómo funcionan estos contagios y, sobre todo, cómo evitarlos pic.twitter.com/Z2esKOPch1
— EL PAÍS (@el_pais) October 25, 2020
Argomenti: covid-19