Bertolaso smentisce Salvini e Meloni: "Misure drastiche o ci sarà un'impennata di ricoveri e morti"
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Bertolaso smentisce Salvini e Meloni: "Misure drastiche o ci sarà un'impennata di ricoveri e morti"

L'ex capo della Protezione civile che il centro-destra ipotizza di candidare sindaco di Roma ammette la gravità della situazione mentre i suoi si ribellano a qualsiasi restrizione

Guido Bertolaso
Guido Bertolaso
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30 Ottobre 2020 - 09.54


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La vicenda è curiosa: a destra tuonano contro ogni tipo di restrizione e di chiusura, cavalcando per motivi di puro sciacallaggio politico ogni comprensibile malcontento. Poi arriva il ‘tecnico’ vicino alla destra a Dore che siamo in un mare di guai.
Se questo è vero allora perché continuare a opporsi alle restrizioni e chiedere che tutto venga riaperto?
 “La vedo molto dura, la situazione. Complicata e piena di tranelli, perché purtroppo a metà novembre saremo come a fine marzo. Con la differenza che allora l’epidemia riguardava Lombardia e Veneto, mentre ora abbraccia tutta Italia. Il virus si è sparpagliato ovunque, anche le Marche non sono messe bene”.
Lo ha detto Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile e consulente del governatore Fontana per l’emergenza Covid in Lombardia.  Dal grafico che ha in mano spiega Bertolaso, “si vede chiaramente come a metà del prossimo mese la curva di contagi, ricoveri e morti avrà un’impennata insostenibile se non si prendono subito misure drastiche”.  
  “Se il diagramma corrisponde a verità, – afferma – rischiamo tra poco più di due settimane di ritrovarci nei guai. I pilastri necessari per contrastare l’epidemia si stanno sgretolando, il servizio sanitario ha l’acqua alla gola e non sarà in grado di rispondere all’emergenza incalzante. Non vorrei rivedere le scene di medici russi, cubani e albanesi che accorrono in nostro aiuto nelle rianimazioni”.  
“E’ inaccettabile – dichiara – aver avuto bisogno di loro in un Paese con la nostra tradizione medica. Siamo diventati terra di conquista, terzo mondo. Va bene, a marzo siamo stati colti di sorpresa. Adesso no. Eppure mancano posti in ospedale, i nuovi letti di rianimazione veri a me risultano molto pochi oppure sono stati realizzati chiudendo sale operatorie o togliendo spazio altrove. Si è perso tempo durante l’estate”.  E osserva: “Capitolo medicina base: dovevano essere assunti 10 mila infermieri. Dove stanno, come sono stati distribuiti? Il filtro dei medici di famiglia è di nuovo saltato e i pronto soccorso sono sotto pressione. Tagliate le visite ambulatoriali ordinarie, ed è gravissimo perché patologie gravi rischiano di essere diagnosticate troppo tardi”. Alla domanda, il mezzo lockdown non basta? Bertolaso risponde: “No, credo che sarebbe meglio fermare del tutto il Paese per un mese, subito, siamo ancora in tempo per non arrivare a quei numeri. Con uno stop generale, da un lato potremmo cercare di arrestare la diffusione, dall’altro permetteremmo al sistema di riorganizzarsi. Resettiamo l’Italia, senza aspettare di vedere se le nuove misure sono state efficaci”.  
Viaggio dentro le corsie degli ospedali San Paolo e San Carlo di Milano. 
Una lunga fila di macchine in coda per fare il tampone al San Carlo. Nella struttura sta venendo aperto l’undicesimo reparto covid. Tra ricoverati e pazienti in pronto soccorso almeno 340 persone. Il problema ora è il reclutamento degli infermieri: non mancano i soldi per assumerli, mancano proprio gli infermieri sul mercato del lavoro. 
Dentro il San Paolo, lunghe file di pazienti su letti e barelle. Il sibilo dell’ossigeno che passa nelle mascherine. “I pazienti che necessitano di ricovero sono tanti” spiega, ad Alessio Lasta, Luisa Venneri, coordinatrice dei pronto soccorso degli ospedali S. Paolo e S. Carlo di Milano. Continua: “Si vedono pazienti attaccati al respiratore. Gli infermieri e i medici sono incazzati neri con la gente che nega”. L’ospedale si sta riempiendo sempre di più: “Ci troviamo di fronte a una situazione in cui dobbiamo dire alla gente ‘le tolgo il lettino’. Quando non respiri ti spaventi. Fa paura non riuscire a respirare e gli occhi della paura non sono occhi che si dimenticano”

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