Crisanti sul Covid: "L'Oms non è stata all'altezza perché troppo burocratica e condizionata dai donatori privati"
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Crisanti sul Covid: "L'Oms non è stata all'altezza perché troppo burocratica e condizionata dai donatori privati"

L'Ordinario di Microbiologia all'università di Padova: "Il fatto che non includa Taiwan è l’esempio dell’inadeguatezza di questa struttura, perché se si chiama Oms dovrebbe includere tutti"

Andrea Crisanti
Andrea Crisanti
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19 Novembre 2020 - 17.20


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Parole chiare e nette: l’Oms non è stata all’altezza della situazione per due motivi. Uno strutturale, nel senso che è diventata un’organizzazione gigantesca, estremamente burocratica e molto distaccata dal campo. L’altro politico, perché è influenzata in modo sproporzionato da donatori esterni che hanno un’agenda politica, che possono essere case farmaceutiche, donatori privati o anche stati. Il fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità per esempio non includa Taiwan è l’esempio dell’inadeguatezza di questa struttura, perché se si chiama Oms dovrebbe includere tutti, indipendentemente dalle relazioni politiche che i diversi stati hanno tra loro. Questa stortura è emblematica e sicuramente ha avuto un impatto su questa epidemia, perché gli allarmi lanciati da Taiwan sono stati completamente ignorati per il semplice fatto che non apparteneva all’Oms perché c’è un veto su Taiwan. Ecco, questa non è l’Organizzazione Mondiale della Sanità che noi vogliamo per il futuro”.

A dirlo è Andrea Crisanti, Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica all’università degli Studi di Padova, intervenuto oggi 19 novembre nella giornata inaugurale del Festival del Futuro di Verona, promosso da Gruppo editoriale Athesis, Eccellenze d`Impresa e Harvard Business Review e in corso fino a sabato 21 in diretta streaming sul sito festivaldelfuturo.eu/streaming.

In Italia, ha aggiunto Crisanti, “ci siamo cullati sull’illusione che in estate la pandemia sarebbe finita, non essendo così preparati alla seconda ondata. Vi sono due approcci per uscire dalla pandemia. Uno più tradizionale, di contrasto delle catene di trasmissione sul campo, e diversi stati ne sono usciti con successo, come la Cina ma anche il Vietnam e Taiwan, la Nuova Zelanda e l’Australia. Hanno combinato il distanziamento sociale con misure estremamente incisive per bloccare la trasmissione sul territorio. Poi la tracciabilità e l’utilizzo dei tamponi per tracciare gli asintomatici, che purtroppo non abbiamo fatto in Italia”.

Il professor Crisanti al Festival del Futuro di Verona ha poi sottolineato l’importanza, per il futuro, di rispettare l’ecosistema per evitare nuove pandemie: «Per prevedere il futuro bisogna guardare al passato. Tutti i virus hanno colpito il mondo nel momento in cui i nostri antenati si sono dedicati all’allevamento degli animali e sono entrati in contatto con una nicchia ecologica diversa. Se invadiamo la nicchia ecologica degli animali il ‘salto’ di specie aumenta, non nei viaggi».

Crisanti ha spiegato che “per diversi decenni nessuna pandemia è stata importante, a parte alcune variazioni del virus dell’influenza. Il salto di specie è un fenomeno già accaduto in passato, e anche di recente come per l’HIV o la sifilide. Quello che stiamo facendo, distruggendo foreste tropicali o uccidendo animali selvatici per nutrimento, facilita invece il salto di specie”.

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