L'infettivologo Bassetti: "Apriamo ai medici stranieri e magari verranno quelli di basso livello..."
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L'infettivologo Bassetti: "Apriamo ai medici stranieri e magari verranno quelli di basso livello..."

Il direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova: "Gli italiani sono tra i migliori al mondo e chi può scappa all'estero. Li paghiamo meno e li facciamo lavorare di più".

Toti e Bassetti
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19 Novembre 2020 - 18.51


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Parole a largo raggio con qualche affermazione che farà discutere: “Abbiamo sbagliato anche a contare i morti. Abbiamo contato in modo diverso rispetto al resto d’Europa”.
Sono le parole di Matteo Bassetti direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e membro dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria a ‘L’aria che tira’.
“Quando abbiamo cambiato la metodologia di conteggio dei decessi, stiamo drammaticamente decrescendo come letalità. Ma abbiamo un peccato originale legato a marzo e ad aprile: chiunque arrivasse in ospedale con un tampone positivo, anche se aveva un infarto veniva qualificato come morto per Covid”, dice Bassetti.
“Se a distanza di 9 mesi non sappiamo guardare indietro e ammettere un errore, continueremo ad essere considerati tra i peggiori d’Europa. Come medico non mi piace, abbiamo una mortalità più alta di quella dell’India. E’ evidente che ci sia un problema soprattutto di conteggio”, aggiunge. Si discute dell’ipotesi di aprire all’arrivo dei medici stranieri.
“Siete sicuri che i medici stranieri vogliano venire a lavorare in Italia dove li paghiamo un terzo di quanto li pagano in ogni altro Stato europeo? Il problema non è aprire, il problema è se vengono. I medici italiani sono tra i migliori medici al mondo e chi può scappa all’estero. Li paghiamo meno e li facciamo lavorare di più. In Italia quando fai le cose giuste c’è comunque qualcuno che ti dice che è sbagliato. I medici se ne vanno dall’Italia e fanno bene. C’è un mercato in uscita e non in entrata. Apriamo ai medici stranieri e magari qui verranno quelli di basso livello, da paesi dove non c’è una formazione adeguata”.

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