Perché la letalità per il coronavirus in Italia è così alta? Il dato che deve essere analizzato nel dettaglio. Graziano Onder, geriatra del Gemelli e responsabile del rapporto sulla mortalità da coronavirus dell’Iss, racconta come in Italia si viva a lungo, ma molti anziani abbiano patologie di vario tipo che peggiorano la prognosi in caso di contagio dal virus Sars-CoV-2.
“Nel nostro Paese però il 90% dei morti sono per e non con Covid. Persone anziane e con più patologie uccise comunque dal virus. Occorre essere consapevoli della tragedia attuale per responsabilizzarci e osservare le regole” .
C’è una questione di classificazione dei decessi, che non può non essere citata: “Da noi – dice il medico – tutti coloro che muoiono e risultano positivi al tampone vengono classificati come decessi per Covid, non è così in altri Paesi”. E poi l’Italia ha la popolazione più anziana d’Europa”.
“La colpa non è del servizio sanitario nazionale, che è tutto fuorché inferiore ad altri”
In ogni caso resta difficile capire come mai in Germania si muoia molto meno d Covid rispetto all’Italia. Non basta la classificazione differente (ipotizzata) dei decessi. Lo stato di salute della popolazione e il modello sanitario non presentano così tante differenze. “L’età media delle vittime del Covid è superiore a 80 anni ed è vero che in Italia si vive più a lungo ma con meno anni trascorsi in buona salute. Per questo dico che dobbiamo fare tesoro di questa tragica esperienza ricalibrando il nostro sistema di assistenza agli anziani coinvolgendo maggiormente la medicina del territorio”.
Altri studi hanno rivelato che siamo secondi al mondo per rischio di morte, subito dopo il Giappone e poco sopra a Grecia, Portogallo e Germania. Ma è perché siamo vecchi. Il numero di decessi Covid è un’interazione tra il rischio di morte e la frequenza di contagio delle fasce più a rischio. Ma c’entra anche la saturazione del sistema ospedaliero.
Quando calerà il numero delle vittime nella seconda ondata – L’attualità però è di più di 700 morti al giorno. Quando si prevede il picco dei decessi? “Quello dei contagi lo stiamo raggiungendo adesso – dice Onder al quotidiano torinese-. Nelle prossime due settimane dovremmo finalmente iniziare a veder calare le vittime”. Nel giorno peggiore di primavera i morti erano stati 969. Adesso sarà l’ultimo dato a scendere.
Due settimane quindi per avere bollettini meno drammatici: c’è una certa unanimità sul punto. In Italia frenano i contagi da coronavirus Sars-CoV-2, segno che “le misure messe in atto stanno effettivamente dando dei risultati”, ma il numero di morti aumenta e fa paura. “L’effetto sui decessi purtroppo arriva distanza di un paio di settimane, quindi in questo momento non vedremo un rallentamento” di questo dato, “ma lo vedremo un po’ più avanti. I morti di oggi sono più o meno i contagiati di un mese fa”. Lo ha ricordato l’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola, intervenuta ad ‘Agorà’ su Rai 3.
La scienziata oggi invita a “guardare il lato positivo della situazione”, il fatto che i risultati delle restrizioni prese arrivano “anche se, come ci si aspetta, arrivano lentamente. Se noi guardiamo cos’è successo nella prima fase” dell’emergenza Covid, “quando è stato fatto il lockdown” di marzo, “e vediamo quanto ci ha messo la curva poi a scendere – sottolinea – ci rendiamo conto che” anche ora “non possiamo aspettarci una riduzione drastica e rapida del numero dei contagi. Quello che possiamo aspettarci è ciò che sta avvenendo, cioè la curva rallenta la sua crescita, ma sta ancora crescendo”
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