Perché Sars-Cov-2 ha un potere infettivo superiore al precedente Sars-Cov del 2002?
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Perché Sars-Cov-2 ha un potere infettivo superiore al precedente Sars-Cov del 2002?

L'articolo illustra inoltre il lavoro condotto dagli scienziati per localizzare i siti specifici attraverso i quali il virus si introduce nell'organismo causando la malattia.

La ricerca su Covid-19
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2 Dicembre 2020 - 14.32


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Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “ChemBioChem” per la Società Europea di Chimica, cui ha partecipato l’assegnista di ricerca della Scuola Normale di Pisa Sara Gómez, la ragione è intimamente legata a una maggiore capacità del virus mutato di trovare siti di legame idrogeno disponibili nelle cellule ospiti: in pratica di essere assorbito dalla membrana cellulare. L’articolo illustra inoltre il lavoro condotto dagli scienziati per localizzare i siti specifici attraverso i quali il virus si introduce nell’organismo causando la malattia.
Secondo il professore Albeiro Restrepo, membro dell’Istituto di Chimica dell’Università di Antioquia, in Colombia, e coordinatore del gruppo di ricerca, “il lavoro condotto ha permesso di rintracciare i siti specifici di interazione tra la proteina spike, quella che permette al nuovo coronavirus di attaccare e infettare le cellule umane, e i recettori cellulari per spiegare perché questo virus è più contagioso rispetto al suo precursore Sars-Voc. La descrizione dell’evoluzione molecolare del virus è stata ricavata dall’analisi delle mutazioni del codice genetico di entrambi i virus”.

I principali risultati della ricerca sono stati quelli di aver individuato i siti di interazione tra cellula e virus, averli caratterizzati in modo tale da poter decifrare il meccanismo che determina la considerevole capacità infettiva del nuovo coronavirus. La speranza è che queste scoperte possano essere propedeutiche allo sviluppo di un farmaco o di un vaccino.

Al lavoro hanno partecipato anche Santiago Gómez (Università de Antioquia), Natalia Rojas, medico e ricercatrice, e per la Scuola Normale Franco Egidi, ricercatore di Chimica e Chiara Cappelli, professoressa di Chimica, che, avvalendosi della chimica computazionale, hanno determinato la modalità di interazione delle particelle del virus rispetto alla cellula umana.

A fare da trait d’union tra l’Università di Antiochia e la Scuola Normale è stata Sara Gómez, la cui borsa di ricerca in Metodi e modelli per le Scienze molecolari presso la Scuola Normale è finanziata dal network europeo “Computational Spectroscopy In Natural sciences and Engineering” (Cosine), una rete di formazione innovativa Marie-Curie.

Tutti gli scienziati coinvolti hanno, inoltre, riconosciuto l’importanza del sostegno ricevuto dalle istituzioni. La Scuola Normale, ad esempio, ha messo a loro disposizione il suo avanzato centro di calcolo per lo svolgimento delle simulazion

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