L’assessore alla Salute della Regione Puglia Pierluigi Lopalco, con una nota trasmessa al governatore della Puglia, Michele Emiliano, poi riportata nell’ordinanza (che lascia la facoltà ai genitori degli studenti di elementari e medie di decidere se mandare i figli a scuola o meno) ha sottolineato come la scuola fosse “effettivamente un incubatore di infezione”.
″È di particolare rilievo”, ha specificato l’epidemiologo, “l’evidenza che la maggior parte dei contagi nella prima fase della ripresa epidemica abbia interessato principalmente gli studenti mentre successivamente sia stato interessato anche il personale scolastico. I dati in questione mostrano in maniera evidente come l’attività scolastica abbia rappresentato nell’area metropolitana di Bari un facilitatore dei contagi e che i focolai scolastici abbiano avuto inizio dalla popolazione studentesca. Se così non fosse stato”, ha spiegato Lopalco, “i casi riportati nelle comunità scolastiche avrebbero dovuto rispecchiare l’andamento della curva epidemica nella comunità generale e studenti e personale scolastico avrebbero dovuto essere coinvolti in maniera totalmente casuale e in modo uniforme lungo tutto il periodo”.
Ipotesi che non corrisponde alla realtà, rende noto Lopalco, in quanto “nella nostra regione a seguito dell’apertura delle scuole si era assistito ad un incremento dei casi nelle fasce di età scolare fortemente sproporzionato rispetto all’incremento nelle altre fasce di età”.
Attualmente, seppur il contagio fra studenti si stia riducendo, “ai rapporti informativi e dell’ultimo rapporto di monitoraggio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 nel territorio pugliese non risulta un miglioramento del contesto generale”. Ad essere colpiti sono soprattutto gli adulti: “L’aumento di casi nelle differenti classi di età si è stabilizzato nelle età giovanili ma è rimasto spiccato nelle classi di età più anziane”, conclude Lopalco nella nota.
Argomenti: covid-19