Galli vede una terza ondata all'orizzonte: "Più aperture dai, più rischi aggiungi
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Galli vede una terza ondata all'orizzonte: "Più aperture dai, più rischi aggiungi

Il primario infettivologo dell'ospedale 'Sacco' di Milano e docente all'università Statale: "Più rimescoli le carte, più aumenti le persone che si spostano, più aumenti le occasioni di contagio"

Massimo Galli
Massimo Galli
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13 Dicembre 2020 - 09.54


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Lui lo ha detto adesso ma è tra le persone meno ascoltate o ascoltate con fastidio, visto che si parla solo di aperture mentre ogni giorno ci sono centinaia di morti.
“Limitare gli spostamenti, anche da Comune a Comune, serve a diminuire gli incontri tra le persone e dunque la circolazione del virus. Arriviamo a queste feste di Natale in una condizione epidemiologica molto differente da quella che precedette le vacanze estive, oggi siamo ancora a 18.000 casi giornalieri che sono moltissimi: una base per la terza ondata molto elevata. E avremo contezza dei casi di contagio avvenuti a Natale proprio attorno al 7 gennaio, quando riapriranno le scuole”.
E’ l’allarme che lancia Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale ‘Sacco’ di Milano e docente all’università Statale.
Ribadisce Galli: “Meno sono gli spostamenti, anche da Comuni piccoli, meno possibilità di contagio si creano. La temuta terza ondata, a inizio 2021, appare pericolosa perché sarà alimentata da un numero di infetti molto alto: ci sono più contagiati in questo momento, in Italia, rispetto a quando sono state aperte le discoteche. All’epoca si facevano meno test, ma comunque c’era stato un reale crollo del numero dei sintomatici, anche contando gli asintomatici mai testati c’è da pensare che il numero dei positivi fosse ben più basso di oggi. Continuiamo ad avere, in questi giorni, una quantità di persone con il virus che circolano sicuramente elevata. La riapertura delle Regioni, con questi presupposti, ha delle connotazioni che giustificano i timori dell’Istituto superiore di Sanità”.
Cosa succederà? “Più rimescoli le carte, più aumenti le persone che si spostano, più aumenti le occasioni di contagio. Capisco la contraddizione: nella grande città, se si limitano gli spostamenti ai confini comunali, l’effetto è differente rispetto a un piccolo centro. Ma l’obiettivo è semplice: ridurre il numero delle persone che si muovono. Più apertura dai, più rischi aggiungi: spero che i cittadini usino il buon senso”.

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