Ricciardi sul vaccino: "Immunità di gregge entro la fine del 2021"
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Ricciardi sul vaccino: "Immunità di gregge entro la fine del 2021"

Il consigliere del ministero della Salute: "Impossibile dirlo con precisione, tutto deve procedere nei tempi stabiliti e occorre adesione"

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15 Dicembre 2020 - 10.11


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Il consigliere del ministero della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma Walter Ricciardi ha parlato della situazione vaccini, provando a rispondere a quando si arriverà all’immunità di gregge.

Mentre ancora si attende il via libera al primo vaccino anti-Covid in Europa e l’Italia punta a un V-Day unico in tutto il Vecchio Continente, ci si interroga su quanto tempo ci vorrà per arrivare all’immunità di gregge: “E’ impossibile dirlo con precisione, ma occorreranno molti mesi. Come stima”, se tutto procede nei tempi e le persone aderiranno alla campagna vaccinale, “possiamo pensare che questo accadrà per fine anno prossimo”.

“Se gli operatori sanitari non faranno il vaccino, io sono per una forma di obbligo”. Lo ha detto Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai3. “Proteggere se stessi per proteggere gli altri”, sintetizza Ricciardi, sottolineando anche che “quest’anno la campagna sulla vaccinazione antinfluenzale sta andando molto bene, l’abbiamo messa in certe regioni come obbligatoria e in alcune regioni abbiamo superato il 70%. Dunque si può, con un mix di promozione” e convincimento, incentivare alla vaccinazione. “Ma se questa non ha effetto, si può inserire una clausola per gli operatori sanitari e per quelli a stretto contatto con il pubblico, e rendere obbligatorio il vaccino”.
Lockdown inevitabile? In vista delle feste di Natale “sono necessarie misure chiare per limitare mobilità ed assembramenti, ed evitare una pressione insostenibile sui servizi sanitari”, ha sottolineato inoltre all’Adnkronos Salute Ricciardi tornando sulle ulteriori misure anti-Covid allo studio per i giorni di Natale e fine anno. Misure legate al timore di una terza ondata e al fatto che “i reparti sono già pieni”. E, se continua così, per la terza ondata “sarebbero strapieni”.

 

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