Il rianimatore: "Speriamo che le persone si comportino bene, meglio Natale a casa che l'Epifania in ospedale"
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Il rianimatore: "Speriamo che le persone si comportino bene, meglio Natale a casa che l'Epifania in ospedale"

Parla il responsabile terapie intensive in Unità crisi Lombardia, 'il vaccino è il primo passo per uscire da immane catastrofe sanitaria'

Antonio Pesenti
Antonio Pesenti
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23 Dicembre 2020 - 18.47


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E’ visibile la commozione di Antonio Pesenti, direttore del Dipartimento di Uoc Anestesia-Rianimazione del Policlinico di Milano e coordinatore delle terapie intensive nell’Unità di crisi della Regione Lombardia per l’emergenza Covid. Traspare dai suoi lunghi silenzi all’altro capo del telefono. “Vorrei avere una frase storica per questo momento, ma non ce l’ho”, dice all’Adnkronos Salute. Domenica 27 dicembre anche lui sarà all’ospedale Niguarda con il braccio scoperto per ricevere il vaccino anti Covid nel V-Day tanto atteso. Sarà quindi fra i primi che lo faranno in Lombardia. “Sembra che questa sia veramente una grande opportunità individuale, ma lo è anche per tutto il sistema sanitario. Credo che sia il primo passo per uscire da questa immane, grandissima catastrofe sanitaria che ci ha colpito”, ragiona.

“Spero – continua – che sia il primo passo per tornare a una vita quasi normale. Spero che si raggiunga la quota che serve per portare a livelli gestibili l’infezione. Ci vorranno dei mesi, è vero, ma è un primo passo”. Tante speranze, tanti pensieri. Come sarà domenica? “Sono contento di farlo il vaccino – spiega – per stimolare tutti a farsi vaccinare. Non ha niente a che fare con la politica, con l’amministrazione regionale, o altro. Questa è una grande cosa che sta succedendo. E spero che il vaccino sia disponibile per tutti. Non solo per gli italiani, ma anche per quei Paesi che non sono fortunati come noi. Bisogna che sia vaccinato il mondo, non solo i ricchi. O non ne saremo mai fuori”. L’esperto pensa alla strada compiuta in un anno: “La scienza, sono stati loro a fare l’impresa, a dare un vaccino in così poco tempo”, sottolinea. Pesenti è stato su un altro fronte, doloroso, quello delle terapie intensive, a fare i conti delle risorse disponibili per poter aprire sempre nuovi letti e spingere più in là il rischio di collasso del sistema. Un mondo che oggi però “è messo meglio – analizza l’esperto – per quanto ancora i malati siano tanti. Siamo a 530 pazienti ricoverati nelle rianimazioni lombarde. Significa che la discesa è proseguita secondo le attese, che arriveremo ai numeri che erano stati previsti, cioè a un Natale con 500 persone in terapia intensiva”.

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“Purtroppo, conclude, “andrà anche il contagio secondo le attese. Ma speriamo non arrivi una terza ondata. Speriamo che le persone si comportino bene in queste feste. Come ho avuto modo di dire: meglio a casa a Natale che in ospedale all’Epifania”.

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