La teoria (curiosa) di Ilaria Capua: se il Covid è esploso è anche colpa dei social network
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La teoria (curiosa) di Ilaria Capua: se il Covid è esploso è anche colpa dei social network

Secondo la direttrice dell'One Health Center of Excellence dell'Università della Florida l'informazione ha acceso i riflettori in modo forse esagerato sul fenomeno biologico in atto.

Ilaria Capua
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2 Gennaio 2021 - 09.17


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Possibile? Forse. Ma chissà se questo è vero solo in alcune parti del mondo o ovunque: secondo la virologa Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, anche i social network hanno avuto un peso nella diffusione del virus. 
Non tutti diventano infatti pandemia, questo perché, se lasciati nei loro ecosistemi ed equilibri naturali, non scoppierebbero epidemie. Perché allora con la Sars-Cov-2 è successo questo?
La Capua ha spiegato che esiste un fattore virus, ovvero un potenziale pandemico che risulta molto legato alla via di trasmissione e alla contagiosità dei virus. Questo fattore non è però l’unico responsabile della pandemia.
La virologa è infatti convinta che anche in passato vi siano state delle condizioni simili all’emergenza attuale, ma che si siano esaurite. A differenza di altre che però sono state tenute sotto controllo per qualche mese, come per esempio Sars, Mers, influenza Aviaria, influenza Suina, Ebola e Zika, e la cui diffusione è quindi stata contenuta. Con Covid-19 non è però avvenuto lo stesso ed è esplosa la pandemia. E ci sarebbe lo zampino dell’uomo.
Ha detto la studiosa: “Abbiamo capito che questo virus si diffonde in particolare attraverso il comportamento tenuto dalle persone. La diffusione veloce in tutto il mondo è avvenuta infatti a causa della mobilità di soggetti infetti, sia a livello internazionale che nazionale, che locale e familiare. Nel fattore individuo non vi sono solo le caratteristiche dell’individuo stesso, ma anche la sua recettività e la sua mobilità”. 
Secondo la virologa i principali determinanti dell’andamento della pandemia sarebbero stati l’informazione e i social media.

Colpa quindi dell’informazione che ha messo il naso in argomenti solo per virologi ed esperti, spesso incomprensibili anche a loro, e che ha acceso i riflettori in modo forse esagerato sul fenomeno biologico in atto. Questo ha però portato anche a esperimenti su esperimenti che hanno consentito di avere in pochissimi mesi quantità enormi di vaccino. A livello mondiale sono anche state studiate e analizzate tutte le sequenze genetiche virali che prima non venivano analizzate per altri virus.
La Capua ha poi assicurato che “si svolgono incontri virtuali praticamente continui fra virologi evoluzionisti di tutto il mondo per seguire i bandoli della matassa pandemica e discutere le implicazioni di quello che osservano. Lo voglio dire con forza: non è giusto né possibile incasellare una serie di fenomeni biologici come le mutazioni, le delezioni e le loro possibili conseguenze in caselle mentali a misura di clickbait o di telespettatore disattento. Perché non è giusto: si disorienta chi poi ha le chiavi per uscire da questa situazione cioè le persone che altro non sono che il fattore individuo”.

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