Galli spiega: "La risposta immunitaria al vaccino è precoce, ma protetti solo dopo la seconda dose"
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Galli spiega: "La risposta immunitaria al vaccino è precoce, ma protetti solo dopo la seconda dose"

"Lʼeffetto immunità vale nel 95% dei casi. Eʼ possibile però, anche se i casi sono molto rari, contrarre il virus dopo il vaccino"

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6 Gennaio 2021 - 09.38


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Il professor Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive di UniMi, primario all’ospedale Sacco di Milano, ha chiarito al Tgcom24:”Per quanto riguarda il vaccino attualmente in somministrazione, la risposta immunitaria indotta è precoce, ma per parlare di protezione dal Covid è meglio attendere l’assunzione della seconda dose”.
“Mi riferisco al vaccino di Pfizer, già approvato dall’Ema, che i dati degli studi danno efficace al 95%. Ciò non toglie quindi che in qualche caso isolato la malattia si possa manifestare anche in persone completamente vaccinate, anche se da quello che si è visto sono rari i casi di malattia severa”. E per la “new entry” ReiThera? “A mia conoscenza, ci sono dati interessanti, ma ancora preliminari. Mi auguro che questo vaccino possa trovare uno spazio importante nel prossimo futuro”. 

Professor Galli, cominciamo spiegando i tempi in cui agisce il vaccino.

Perché il sistema immune di ciascuno di noi possa rispondere a un vaccino ci vuole un tempo che non è uguale in tutti e nemmeno per i diversi vaccini. In questo caso è confortante constatare che dolo solo 14 giorni dalla prima dose l’incidenza di casi di Covid nei vaccinati è crollata. E’ comunque ragionevole attendere la seconda e lasciar passare ancora qualche giorno dopo averla fatta per ritenersi “protetti”. Qualcuno purtroppo non risulterà protetto anche ben oltre la seconda dose, ma dovrebbero essere pochissimi. Nello studio di Pfizer si sono infettati dopo sette giorni (tra l’ottavo e il 98esimo giorno) dopo aver assunto la seconda dose solo in nove su oltre 21mila vaccinati e solo uno di loro ha manifestato una malattia severa. Che qualcuno non risponda è purtroppo una regola che vale per tutti i vaccini, ma in questo caso, ripeto, sembrano essere veramente pochi.

 

E la “new entry” ReiThera promette bene?

I numeri che vedo sono positivi: il 92,5% sviluppa anticorpi che difendono dal virus con una singola dose. Ottimo risultato, ma siamo ancora nella fase 1 della sperimentazione. Spero che le altre fasi di studio confermino quanto osservato al più presto.
 

Come si spiegano i casi delle persone risultate positive dopo la vaccinazione?

I casi di questi giorni si sono verificati in persone che avevano inconsapevolmente contratto l’infezione prima di essere vaccinate. D’altra parte, stiamo parlando di operatori sanitari, altamente esposti al Covid. Ritengo comunque che il vaccino non ostacoli la guarigione, anzi è possibile che contribuisca ad accelerare la risposta immune e che questo possa imprimere alla malattia un andamento più favorevole. Resta anche la possibilità di infettarsi tra la prima e la seconda dose: è successo a 39 persone degli oltre 21mila vaccinati, prima che il vaccino potesse davvero fare effetto.

 

Come valuta il caso dell’Inghilterra, dove si è scelto di vaccinare più persone subito ritardando la seconda dose?

Qualche brivido me lo provoca, ma la decisione di prendere questa strada la dice lunga sul fatto che la situazione in Inghilterra è davvero d’emergenza. Devono fare i conti con moltissime nuove infezioni in una situazione resa più complicata dalla cosiddetta “variante inglese”, che ha una maggiore capacità di diffondersi. Dare una chance a più persone per cercare di frenare il contagio: questa evidentemente è l’intenzione che sta dietro a questa scelta, ma rimane il fatto che mancano le dovute garanzie scientifiche a supporto..

 

Oltre a Pfizer, sul mercato ci sono vari marchi che attendono l’ok. Tra gli altri AstraZeneca si è fermata a un passo dall’autorizzazione. Cos’è successo?
Incredibilmente, a un folto gruppo di volontari è stata somministrata per errore metà della dose prevista, seguita da un richiamo a 28 giorni con la dose intera. Ebbene, l’errore ha generato un successo al 90%, mentre chi ha ricevuto le due dosi “intere” ha risposto solo al 62%. Un evento sconcertante, non facilmente spiegabile, che ha costretto a rivedere molte cose. Nulla di negativo o di pericoloso, ma certo bisogna capire perché. Anche in questo caso, però, nel Regno Unito è stata fatta di necessità virtù e il vaccino è stato approvato lo stesso. .

 

Quando saremo vaccinati, dovremo comunque osservare le consuete precauzioni di mascherina e distanze?
Comportamenti prudenti andranno mantenuti almeno fino a quando l’incidenza di nuove infezioni finalmente crollerà. Non so se per una vera immunità di gregge bisognerà vaccinare il 70% della popolazione, un po’ di più o un po’ di meno. Mi auguro un crollo delle nuove infezioni anche molto prima di quella soglia.

 

Molti temono gli effetti collaterali del vaccino: cosa si sente di dire al riguardo?

Che sono complessivamente poca cosa. Nel lavoro sul vaccino Pfizer molti vaccinati hanno segnalato un fastidio nel punto dell’inoculo (curiosamente sono stati di più i giovani a lamentarsene) e diverse persone hanno affermato di sentirsi molto stanche dopo la somministrazione, anche in questo caso i giovani più degli anziani. Molti di meno hanno parlato di mal di testa, brividi e pochi hanno lamentato qualche linea di febbre. Effetti complessivamente lievi, presenti anche in non pochi di quelli che hanno ricevuto il placebo. La tensione psicologica credo abbia fatto la sua parte.

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