Che ipocrisia per essere uno che condivide con Trump e poi altri la responsabilità morale (e chissà se un giorno penale) dall’irruzione da Capitol Hill e dei morti e feriti.
Fra gli oratori che ieri incitavano la folla, Rudy Giuliani ha diffuso oggi su Twitter la sua “condanna della violenza”, ma ha continuato a gettare benzina sul fuoco sostenendo accuse senza prove di frodi elettorali.
“La nostra causa è di ottenere un voto onesto e metter fine alla frode elettorale” prima che diventi una “tattica permanente” del partito democratico, ha sostenuto oggi l’avvcato personale del presidente Donald Trump.
“La violenza è respinta, condannata e controproducente”, ha poi scritto Giuliani. Ma nella sua condanna ha fatto allusione a provocazioni da parte di gruppi antifascisti, una ipotesi senza prove riportata oggi da gruppi complottisti.
“Il coinvolgimento degli Antifa non è una scusa”, ha detto l’ex sindaco di New York. In un altro tweet, Giuliano ha descritto come “vergognosa” la violenza al Campidoglio. Ma poi l’ha subito paragonata alle proteste antirazziste di Black Live Matters, dicendo che quando accaduto ieri “è stato criminale quanto le rivolte e i saccheggi di quest’estate che non sono stati condannati con sufficiente forza dalla Sinistra”.
Giuliani era fra gli oratori che, come il presidente Donald Trump, incitavano ieri la folla davanti al Congresso a ‘combattere’ contro le frodi elettorali. E, dopo l’irruzione al Campidoglio, si era rivolto su Twitter ai “patrioti che contestano queste elezioni fraudolente” limitandosi ad esortarli ad “esprimere le loro opinioni pacificamente”. “Voi siete dalla parte giusta della storia e della legge”, aveva aggiunto.
Oggi alcuni utenti hanno risposto ai suoi tweet postando una sua recente foto accanto a Jake Angeli, lo ‘sciamano di QAnon’, pittoresco complottista immortalato ieri dentro al Congresso invaso dai manifestanti con un curioso copricapo ornato da pelliccia e corna bovine.
Argomenti: capitol hill donald trump