Il professore di Biologia molecolare all’Università di Siena e coordinatore del Mad (Monoclonal Antibody Discovery) Rino Rappuoli tranquillizza sulla nuova variante brasiliana.
“Le varianti sono cambiamenti del genoma che codifica per la proteina Spike del virus dovuti a numerose mutazioni. Alcune sono ininfluenti, altre più importanti. Quelle che più preoccupano permettono al virus di propagarsi meglio o di evadere, almeno parzialmente, la risposta anticorpale”
Rappuoli aggiunge: “Con la nuova variante sono possibili reinfezioni. Ma se sarà necessario abbiamo le tecnologie per “aggiustare” i vaccini in breve tempo”.
Cosa è la variante brasiliana – Le varianti brasiliane sono in realtà due: la B.1.1.28 (K417N / E484K / N501Y), ribattezzata P.1, e la B.1.1.28 (E484K).
«Entrambe hanno una mutazione, la E484K che è comune alla variante “sudafricana”: l’acido glutammico in posizione 484 diventa un altro amminoacido, la lisina. Sappiamo che questa mutazione permette al virus di evadere gran parte della risposta anticorpale».
Perché preoccupa la variante brasiliana – I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno stimato che oltre il 70% degli abitanti di Manaus fosse già stata contagiata durante la prima ondata.
Eppure, in modo sorprendente, l’epidemia di Covid-19 ha ricominciato a mordere, proprio quando si pensava che fosse stata raggiunta l’immunità di gregge naturale.
In tredici dei 31 campioni raccolti a metà dicembre a Manaus è stato identificato il virus mutato.
I vaccini con le varianti funzionano lo stesso? – “Non sappiamo ora con certezza se il vaccino difende anche dalle varianti, anche se la comunità scientifica è cautamente ottimista.
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