Meglio seguire i protocolli: “L’Italia non deve seguire l’esempio della Gran Bretagna nel ritardo nella somministrazione della seconda dose di vaccino “sarebbe un errore”.
Alberto Mantovani, direttore scientifico dell`Istituto Humanitas di Milano e professore emerito all`Humanitas University si dice sconcertato dai ritardi che rischiano di innescare una battaglia legale tra i governi europei e il colosso farmaceutico Pfizer.
“Se la consegna delle dosi dovesse slittare di alcuni giorni non ci sarebbe di che preoccuparsi”, “certo, se però si lasciassero passare mesi tra prima e seconda iniezione allora sì, ci sarebbe un problema serio. In questa vicenda dobbiamo sempre fare scelte guidate dai dati”, dice a Repubblica.
“I vaccini bastati sul mRNA, come quelli Pfizer-Biontech o Moderna, sono stati progettati per essere somministrati in due dosi a distanza di circa venti giorni. La risposta primaria del nostro sistema immunitario è debole, ma viene rafforzata dal richiamo. Poi ci sono i vaccini che usano la tecnica dell’adenovirus (Oxford-AstraZeneca, Johnson&Johnson, Reithera), che fin dall’inizio sono stati pensati per la dose singola. Anche se il team di Oxford ha poi optato per aggiungere una seconda dose”.
La decisione del Regno Unito di dare una dose alla maggior platea possibile ritardando la seconda “è un azzardo dettato da una situazione drammatica. Non parlo per sentito dire ma perché ne ho una percezione diretta: mio figlio e mio nipotino vivono a Londra. Chi non ha persone care in Inghilterra non può immaginare cosa stia accadendo”.
Per l’Italia seguire l’esempio di Londra “sarebbe un grave errore. Ripeto: dobbiamo rispettare i dati, ma anche le competenze degli scienziati e la loro responsabilità sociale. Se saltano questi concetti si rischia di dare alla popolazione una copertura vaccinale che non dura abbastanza. Ma anche di favorire l’emergere di nuove varianti del Coronavirus ancora più aggressive”. “Non ripetiamo l’errore fatto l’estate scorsa, quando c’è chi ha dato per morto il Coronavirus”.
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