Le parole di Crisanti arrivano dopo l’appello di Ricciardi, il consigliere scientifico del ministro della Salute, che ha chiesto un “lockdown totale per fermare il virus”. Questo nuovo stop prevede “anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata”.
Il virologo di fronte al diffondersi delle varianti del Covid, lancia l’allarme. “Bisognava fare il lockdown a dicembre mentre ora siamo nei guai”. La soluzione sarebbe “un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele”. Dove si trovano le varianti brasiliana e sudafricana servono chiusure stile Codogno, non le zone rosse troppo morbide”, aggiunge.
“Il rischio attuale e’ la diffusione della variante inglese, che se non si ferma subito aumenterà di molto la circolazione del virus e di conseguenza il rischio ulteriore di altre varianti, tra cui alcune che potrebbero resistere ai vaccini”, ha spiegato Crisanti a La Stampa. “Credo sia stato giusto confermare Speranza, perché conosce le carte. Però conta molto chi lo consiglia e li’ forse qualcosa va cambiato. Non puo’ rimanere tutto com’è”.
“Le politiche adottate fin qui sono state sempre di rincorsa al virus, mentre è venuto il momento di anticiparlo. Sarò distratto, ma ho scoperto solo ieri delle strutture con la primula: uno spreco di soldi pubblici, mentre bisogna organizzare scuole, cinema, teatri e palestre”, conclude il virologo.
Cartabellotta (Fondazione Gimbe): “Chiusura totale per due settimane per abbassare la curva”A favore di misure drastiche si è espresso Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. “Un lockdown totale per 2 settimane farebbe abbassare la curva per poter riprendere il tracciamento, altrimenti bisognerà continuare con stop&go per tutto il 2021. Immaginare che la somministrazione del vaccino possa far migliorare la situazione è molto difficile, sia per come sta procedendo sia per l’incognita varianti. L’obiettivo dovrebbe essere far circolare il virus meno possibile e non abbassare il carico sugli ospedali, tutti i Paesi invece hanno scelto la seconda via”.