La variante inglese sta mettendo a dura prova il sistema sanitario italiano e la visione che ne hanno i virologi non sempre coincide.
C’è chi la crede debellabile con il vaccino e chi crede che sia la più pericolosa e non vada presa sotto gamba.
Massimo Galli, che dirige malattia infettiva al Sacco di Milano, fa parte del secondo gruppo.
“Io parlo sempre a ragion veduta, dico che ci sono le varianti e mi rispondono che sono un menagramo. Mi fate fare sempre la figura della Cassandra, come se a me facesse piacere”.
Cosa sta succedendo? “Che io sia preoccupato è evidente. Che la tendenza sia cambiata, in senso negativo, è altrettanto evidente. La ripartenza del contagio in buona parte l’effetto della variante. E non solo di quella inglese. A Viggiù – spiega – è stata trovata anche quella scozzese. Se la variante inglese, come probabile, si sta affermando e ha una velocità di trasmissione del 40 per cento più alta, ora c’è da aspettarsi un incremento notevole. E le ricordo che abbiamo avuto i fine settimana in giallo e questo non ci ha aiutato”.
Funziona il sistema dei colori? “I meccanismi con cui cambiano i colori delle Regioni – osserva – non seguono tempi, diciamo, fulminei. Purtroppo i casi di oggi sono i casi di oggi e influiranno troppo tardi sulle nuove misure determinate dai colori. Quando sei con un Rt attorno a 1, un po’ di più o un po’ di meno, non sei in sicurezza. La dico in un altro modo: a fare l’agenda è ancora il virus, invece noi speravamo di dettarla noi. Il virus decide per noi”.
Ci dobbiamo aspettare un incremento dei casi in Lombardia e nelle altre regioni dove sta correndo il virus? “Se devo essere onesto, mi sembra che tutti i dati vadano nella direzione dell’incremento dei nuovi casi. C’è chi vorrebbe mettere la museruola ai virologi, ma per onestà intellettuale e per la competenza specifica non posso che ribadire che la situazione è in peggioramento. Rischi sempre di essere messo in croce come è successo al collega Ricciardi. C’è quella determinata parola che non si può pronunciare e che invece ora servirebbe”. Dice ancora Galli: ” servono chiusure per 3-4 settimane, certo, ma serve anche mostrare alla gente che si sta vaccinando velocemente. Il fatto che oggi manchino le dosi è un problema. Bisogna anche puntare sulla produzione in Italia dei vaccini su licenza, perché è prevedibile che la campagna di immunizzazione andrà ripetuta per diversi anni. Ed è anche giusto che tutti i Paesi del mondo ricevano i vaccini: è nel nostro interesse se vogliamo sconfiggere il virus”.
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